E’ al cinema “A un metro da te” il nuovo film di Justin Baldoni con protagonisti Cole Sprouse e Haley Lu Richardson.

I due amati attori vestono i panni di Will e Stella, due diciassettenni malati di fibrosi cistica che si innamorano a prima vista ma che devono mantenersi ad una distanza di due metri l’uno dall’altra per non trasmettersi batteri che potrebbero compromettere le cure.

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Ecco perché secondo noi dovresti (correre!) al cinema a vedere “A un metro da te”, continua a leggere!

5 MOTIVI PER GUARDARE A UN METRO DA TE

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MOTIVO #1 – COLE SPROUSE

Il nostro incondizionato amore per Cole Sprouse è ormai cosa nota (abbiamo anche stilato la Top delle 10 cose che più amiamo di lui): Cole oltre ad essere un bellissimo ragazzo, è un attore di grande talento apprezzatissimo nel suo ruolo di Jughead Jones in Riverdale, tra le serie tv Netflix più seguite del momento.

Cole è anche noto per aver lavorato con il fratello gemello Dylan, quando i due erano piccoli, nella commedia di Adam Sandler “Big Daddy – Un papà speciale” e in “Zack & Cody al Grand Hotel” di Disney Channel. Ma c’è anche un altro lato di Sprouse che attira i registi: un’intelligenza e una curiosità che lo hanno portato a prendersi una pausa dalla recitazione per studiare geografia e fotografia alla New York University.

Ad aver proposto Cole al regista Justin Baldoni, è stata la produttrice di “A un metro da te“, Cathy Schulman:

“Conoscevo Cole dai suoi primi lavori, ma poi l’ho visto di nuovo in Riverdale e c’era qualcosa in lui di così magnetico che ho consigliato a Justin di dargli un’occhiata. E naturalmente, quando ha avuto modo di conoscerlo, Justin ne è rimasto affascinato. Tutti noi crediamo che Cole abbia un enorme talento. È dinamico, preparato e la telecamera lo ama”.

Per incarnare pienamente Will, Cole Sprouse ha perso circa 15 chili, lavorando con il nutrizionista del film per farlo in modo sicuro. Alla fine, Sprouse ha avuto quasi come una rivelazione.

“La FC è una malattia che rende incredibilmente difficile mantenere il proprio peso. Di conseguenza, molti pazienti sono piuttosto magri. È stata una sfida, ma mi ha anche dato una visione più profonda di Will. Non penso che sia qualcosa per cui darmi dei meriti, ma è qualcosa che mi sembrava necessaria per rappresentare autenticamente Will”.

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PERCHE’ IL 2° MOTIVO E’ MOLTO TOCCANTE…

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