MOTIVO #2 – COM’E’ NATA L’IDEA DEL FILM
L’idea di “A un metro da te” è arrivata a Justin Baldoni in maniera molto simile all’amore stesso: come un fulmine a ciel sereno. Tutto risale alla serie del 2012 di Baldoni, “My Last Days”, che ha dato voce a molti giovani che vivono con malattie difficili, mentre rincorrono vigorosamente le stesse speranze e i sogni dei loro coetanei.
Fu durante le riprese di un episodio sulla fibrosi cistica che Baldoni conobbe la defunta Claire Wineland. È stata lei a parlargli della relazione che intercorre tra amore e FC.
“Un giorno chiesi a Claire se avesse mai frequentato qualcuno con la FC. Claire mi guardò come se fossi uno stupido. Mi disse: “certo che no”, e io “aspetta, perché no?”. In quel momento mi spiegò che le persone che convivono con la fibrosi cistica non possono avvicinarsi a più di un metro tra loro perché potrebbero trasmettere batteri pericolosi alle altre persone affette da fibrosi cistica”, ricorda.
Baldoni continua:
“Sono rimasto senza parole e ho iniziato subito a pensare a quanto io sia stato incredibilmente fortunato a poter baciare mia moglie e abbracciare i miei figli. Ma poi ho pensato: e se la FC fosse lo sfondo di una storia d’amore. Dimenticate Romeo, Giulietta e i Capuleti, quale maggiore ostacolo potrebbe esserci per due persone mentre si innamorano? E quale migliore storia per i giorni nostri, con così tanta pressione che ruota intorno alle relazioni sociali? Sentivo come se questa storia potesse essere una nuova interpretazione del potere dell’amore e delle relazioni umane che riescono a superare qualsiasi cosa. Ma c’era anche una sfida: potevamo raccontare una storia in cui i personaggi principali non si toccano fisicamente eppure far sentire al pubblico come se si toccassero per tutto il tempo?”.