“L’evocazione – The Conjuring” è il nuovo film horror diretto da James Wan in uscita nelle sale italiane il 21 Agosto 2013.
Team World, in esclusiva assoluta, ha intervistato per voi il regista, tra i più accreditati del genere nonché padre della saga Saw.
Per comprendere al meglio le nostre domande e le risposte di James Wan, vi riportiamo di seguito la sinossi e il trailer di “L’evocazione – The Conjuring”.
L’EVOCAZIONE | SINOSSI
All’inizio c’era Amityville, poi Harrisville. “L’Evocazione – The Conjuring” narra la vera storia di Ed e Lorraine Warren (Patrick Wilson, Vera Farmiga), investigatori del paranormale di fama mondiale, chiamati ad aiutare una famiglia terrorizzata da una presenza oscura in una fattoria isolata.
Costretti ad affrontare una potente entità demoniaca, i Warrens si trovano coinvolti nel caso più terrificante della loro vita.
L’EVOCAZIONE | TRAILER UFFICIALE
TEAM WORLD: Cosa l’ha attratta di questa storia e l’ha convinta a dirigere “L’evocazione – The Conjuring”?
JAMES WAN: Seguo la storia della vita di Ed e Lorraine Warren da qualche tempo. Le loro vite mi hanno sempre affascinato; pensavo che avrebbe potuto diventare una bella storia la loro. Volevo comprare i diritti della loro vita e, alla fine, il progetto è arrivato all’attenzione della New Line. E quando la New Line è venuta da me per presentarmelo, ero già preparato su come avrebbe potuto essere il film. Quindi ho preso la palla al balzo.
TEAM WORLD: Com’è stato per lei incontrare Lorraine Warren e che tipo di suggerimenti le ha dato per affrontare la storia?
JAMES WAN: Dunque, prima di tutto, incontrarla è stata un’esperienza davvero incredibile. E’ un personaggio affascinante e quando la incontri di persona ti rendi conto che è veramente fantastica. La prima cosa che tutti abbiamo notato è che è molto dolce. E’ una donna gentilissima. Ti ricorda una zia o una nonna. E quando parla del sovrannaturale e del paranormale si trasforma in una persona diversa. E’ davvero fantastica.
TEAM WORLD: Può raccontarci qualcosa della storia? Qual è secondo lei la sua originalità e cosa la rende spaventosa?
JAMES WAN: Ricordo di aver chiesto agli sceneggiatori [Chad e Carey Hayes] perché avessero scelto questa particolare storia, mi dissero che erano andati a cercare alla fonte principale. Avevano chiesto a Lorraine quale, tra tutte le migliaia di casi su cui aveva investigato, l‘avesse maggiormente spaventata. E lei gli raccontò questa storia, che poi è diventata The Conjuring.
Credo che questa vicenda l’abbia particolarmente colpita perché c’era di mezzo una famiglia che aveva delle figlie della stessa età della sua. E credo che qualsiasi cosa ci fosse in quella casa, poi abbia fatto visita anche in casa sua.
TEAM WORLD: Assolutamente si. E poiché le persone di cui parlate sono reali, sentivate una particolare responsabilità nell’affrontare questo argomento o verso di loro?
JAMES WAN: Certamente. E’ stato proprio questo che mi ha attratto del progetto. Credo di aver fatto tanti film horror. Sono molto famoso nell’ambito di questo particolare genere, ma sentivo che l’unica area che non avevo ancora mai esplorato era quella dei film basati su dei personaggi reali. E ho pensato, ‘Chi meglio di me potrebbe fare un film sui Warren?’
Quindi, considerando chi sono e quello che hanno passato, volevo davvero rendere onore alle persone di cui parla il film. Non solo i Warren. Ma anche i Perron. Ovviamente c’erano delle cose che sapevo di dover modificare per adattarle al contesto del nostro film, ma volevo rimanere fedele all’essenza della loro natura, delle loro vicissitudini, degli incubi che hanno dovuto subire.
TEAM WORLD: Riguardo al cast, aveva già lavorato assieme a Patrick Wilson in passato. Qual è il contributo di Patrick e Vera Farmiga al film e ai personaggi di Ed e Lorraine?
JAMES WAN: Volevano davvero rendere onore a Lorraine e a Ed; hanno fatto lunghe ricerche e hanno studiato molto. Sono anche andati a casa di Lorraine. Patrick è rimasto molto affascinato dal museo degli spettri che ha. Credo che Vera, invece, fosse nervosa. Vera aveva più paura perché è una persona molto spirituale e crede molto in queste cose. Quindi non voleva riportarsi dietro ‘qualcosa’. [Ride]
Ricordo che mi chiesero se volevo andare assieme a loro. Gli dissi, ‘Diavolo non ci penso nemmeno!’
TEAM WORLD: Preferisce mantenere i suoi incubi strettamente nel reame del cinema?
JAMES WAN: Assolutamente si.
Uso sempre l’esempio che Spielberg ha fatto un grande film su uno squalo, ma non ne ha mai incontrato uno. Ha fatto dei grandi film sugli alieni, ma non ne ha mai incontrati.
Credo sia tutta questione d’immaginazione ed io ho un’immaginazione davvero folle. La gente mi chiede, ‘Come fai a fare dei film così spaventosi? Cos’è che sai ? Quali sono i trucchi che usi per instaurare un legame così forte con il pubblico?’ E io rispondo: Cerco di calarmi in quelle situazioni. Se mi trovo in una situazione che mi terrorizza sono piuttosto convinto che anche altri saranno terrorizzati allo stesso modo.
TEAM WORLD: Com’è stato dirigere le cinque ragazze che nel film interpretano le figlie?
JAMES WAN: Sono incredibili. Pensavo che si sarebbero spaventate, mentre invece non facevano altro che dire ‘Oh, guarda che make-up. E’ fichissimo!’ ed io pensavo, ‘Okay. Bene. Sono contento che capiscano che è tutta finzione, che non è reale.’ Credetemi, è importante che gli attori bambini riescano a capire la differenza tra ciò che è reale e ciò che non lo è.
TEAM WORLD: Ho sentito dire che sarebbero capitate delle cose terrificanti sul set, mentre giravate il film. Lei ha vissuto qualche esperienza particolare?
JAMES WAN: Sul set? L’unica cosa che mi ha davvero spaventato è stata quando Lorraine ha fatto visita al set. Ha visitato la casa a due piani che abbiamo ricostruito negli studi di posa ed io ho pensato ‘Beh, non è una casa spaventosa. L’abbiamo costruita sei settimane fa’, giusto? Quindi so che non è quella vera. E’ solo un set. E’ finta.’
Ma quando Lorraine è uscita, ci ha detto, ‘La stanza dello specchio, al piano di sopra. Ho sentito una vibrazione in quella stanza. Ho sentito un’energia negativa’ Al che io la guardo e dico, ‘Lorraine, non è reale. Non è una vera casa. E’ un set.’
E lei, ‘Tesoro, non è del set che sto parlando. Lo avverto negli oggetti di arredamento che ci sono nella stanza.’ E a quel punto mi rendo conto che il mio scenografo ha arredato la casa con degli oggetti provenienti da vecchie abitazioni di campagna, trovati nel Wilmington, [Nord Carolina], e comprati a prezzi stracciati.
Lorraine ha sempre detto che gli spiriti non si trovano solo nei luoghi ma anche negli oggetti.
TEAM WORLD: Deve aver imparato molto sul paranormale, sugli spiriti e su tutto quello che concerne questo film. Vero?
JAMES WAN: Pensavo di saperla lunga prima, ma dirigere questo film sui Warren mi ha fatto capire cosa ci sia dietro a tutto, come ad esempio le tecniche che si usano e di cui non sapevo nulla. Molte delle cose che facevano sono davvero tecniche. Anche se loro ne parlano con grande nonchalance.
TEAM WORLD: Ci può parlare del suo uso della musica? Perché sembra contribuire, assieme ad altri elementi, alla creazione dell’atmosfera dei suoi film?
JAMES WAN: Non so come parlarne da un punto di vista filosofico perché è una cosa puramente istintiva. Credo semplicemente di sapere quando i momenti debbano essere più tranquilli e quando invece sia necessaria un po’ di musica. E soprattutto, quale tipo di musica usare. Gli strumenti a corda oppure il pianoforte, che è più malinconico. So quando è il momento in cui una corda di violino alta può farti venire la pelle d’oca.
Sono questi piccoli elementi che so gestire. Non so dove l’ho imparato, credo sia una cosa innata. E so quando usare questa mia abilità.
TEAM WORLD: E’ sempre stato un fan degli horror e ha sempre saputo di volerne fare?
JAMES WAN: Si, quando ero giovane adoravo questo genere. Ho visto Poltergeist quando ero ancora molto piccolo e quel film mi ha spaventato per tutta la vita, quello e Lo Squalo. Sono terrorizzato dall’oceano a causa di Lo Squalo. E, ora, come filmmaker, quelle pellicole mi fanno capire il potere del cinema. E’ una cosa che mi piace molto: Mi piace l’idea di emozionare le persone, di farle ridere, di farle saltare dalla paura. Quindi, penso che il genere horror mi permette di centrare il cuore e le emozioni degli spettatori. E’ per questo che mi pagano. E quindi lo faccio.