Lo stage rappresenta spesso il primo contatto con il mondo del lavoro: una realtà con dinamiche nuove, equilibri che si basano non solo su obiettivi ma anche su relazioni con colleghi e capo. Non è sempre facile vivere al meglio e appieno un’esperienza di tirocinio in azienda, motivo per cui ci piace l’idea di poter condividere con te quattro consigli che riteniamo utili, non solo nell’ambito di uno stage, ma in generale in qualsiasi situazione lavorativa che ci si trova ad affrontare per la prima volta.

Continuando con la lettura troverai una serie di consigli che esulano dai classici suggerimenti su come affrontare al meglio uno stage, in quanto abbiamo preferito dedicarci agli aspetti meno immediati ma che spesso fanno veramente la differenza.

4 consigli non scontati per affrontare al meglio uno stage

Ecco quattro consigli su come vivere un tirocinio in azienda e/o la prima esperienza lavorativa in generale o nell’ambito di uno nuovo posto di lavoro.

Consiglio #1 – Non essere come un jukebox

Hai presente i jukebox, gli apparecchi che riproducono le canzoni inserendo una moneta? Bene, non funzionare anche tu allo stesso modo. Ergo: non agire solo se ti viene chiesto di fare qualcosa, cerca di metterci del tuo, di essere propositivo/a, di condividere nuove idee. Non stare a guardare l’orologio, guardalo solo per essere puntuale. È molto probabile che ti verrà chiesto di lavorare di più, oltre l’orario stabilito, in tal caso – con il giusto equilibrio cerca di essere flessibile. I primi periodi dello stage sono importanti per apprendere, per conoscere i ritmi di lavoro, per interagire con i colleghi e con il capo.

Non avere paura di metterti in gioco: se lo fai senza arroganza e senza la presunzione di cambiare le dinamiche dell’ufficio, anche se commetterai qualche “errore”, la tua voglia di fare sarà sicuramente apprezzata.

Consiglio #2 – Cura le relazioni con i colleghi (ma occhio…)

I colleghi possono essere o una risorsa o il tuo peggior incubo. Spesso non c’è una via di mezzo. La cosa migliore da fare è cercare di stabilire una connessione con tutti indistintamente, solo il tempo ti farà capire di chi potrai (veramente) fidarti. Fatti conoscere, ma senza entrate troppo nel dettaglio soprattutto sugli aspetti della tua vita privata.

Se in poco tempo ti ritroverai in qualche chat tra soli colleghi, evita di fare commenti che potrebbero essere utilizzati “contro” di te o alimentare chiacchiere alle tue spalle. Ricorda che fare screenshot alle conversazioni è molto facile, così come riportarle ad altri colleghi.

Occhio anche ai social: se ti viene impossibile rifiutare certe richieste di amicizia e/o hai il profilo pubblico, crea una lista di contatti più stretti per pubblicare storie personali o che è meglio non far arrivare sul posto di lavoro.

I colleghi possono anche essere una grande risorsa: impara da chi ha voglia di condividere con te la propria esperienza e il proprio know how. Non isolarti soprattutto nei momenti di socialità come la pausa pranzo. Capiamo che all’inizio può essere difficile sedersi allo stesso tavolo con persone che conosci poco, ma farlo non è un crimine e – se il tuo gesto dovesse essere accolto “male” – perfetto: hai già capito che le persone che hai di fronte (si spera non tutto l’organico dell’ufficio) non sono certo una risorsa per te. Uscito/a dall’ufficio, hai pur sempre i tuoi amici pronti a rendere speciale le tue giornate.

Consiglio #3 – Cerca di capire se hai un capo o un leader

Nella maggior parte dei casi, avrai a che fare con un capo. Se hai la fortuna di avere un leader, sappi che la tua esperienza sarà doppiamente formativa. È quasi strano pensarlo, ma le dinamiche dei gruppi di lavoro, sono identiche a quelle di una coppia: stima, armonia e affiatamento, insieme a buona comunicazione, lealtà e fiducia sono stati individuati come i punti cardine per la creazione di un team di lavoro perfetto, forte e coeso.

Se vengono a mancare questi aspetti, è facile che si creino delle falle e che il sistema non ingrani, sia dal lato dei lavoratori che da chi sta ai vertici.

Le strategie di Team Building esaltano infatti le figure che spingono il Team a credere nelle proprie capacità, generando entusiasmo. Se questo viene a mancare nell’ambito del tuo stage, è probabile che proverai sentimenti di frustrazione e inizierai a dubitare delle tue capacità. Se questo dovesse verificarsi, ricordati che nella vita il tuo fan numero #1 sei tu. E non c’è nessuno al mondo che può (e deve) prendere le redini della tua vita. Non sempre sarai circondato/a da persone che crederanno in te, ma TU non smettere mai di Sognare.

Se invece ti troverai a vivere questa esperienza lavorativa con un leader, con una persona che non solo sa come fare le cose, ma che ti spiegherà anche come farle, cerca di entrare in “modalità spugna” perché non c’è niente di più bello e formativo di avere a che fare con persone che hanno una grande passione e che la trasmettono con la stessa intensità. Queste figure, molto probabilmente, le ricorderai come una sorta di mentore anche a distanza di molti anni.

Consiglio #4 – Professionalità e personalità

Porta la tua “essenza” sul posto di lavoro, soprattutto se si tratta di uno stage che potrebbe trasformarsi in un contratto vero e proprio. La tua personalità, il tuo modo di essere, è un valore aggiunto. Non chiuderti a riccio e non conformarti agli altri per paura di non piacere o di non essere adatto/a, è una scelta che non premierà sul lungo periodo.

Personalità quindi, ma anche (e soprattutto) professionalità: puntualità, ordine, disciplina, serietà, sono sempre atteggiamenti vincenti, anche agli occhi dei tuoi colleghi. Se arrivi sempre in ritardo, se stai al cellulare – anche se lavori oltre l’orario stabilito – risulterai sempre come una persona poco precisa e attenta. Quello che si faceva a scuola o all’università per recuperare settimane (o mesi) di poco studio, non è una pratica vincente sul lavoro. Una volta che avrai dimostrato negli anni e con risultati concreti le tue capacità, allora potrai permetterti anche qualche “evasione” in più (se il tuo lavoro lo permetterà ovviamente).

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