Non c’è pace per il DDL Zan: il dibattito continua ad essere accesso, le posizioni contrastanti, le richieste di modifiche costanti, con il risultato che il Disegno di Legge tarda a diventare legge in Italia. Ecco quali sono le ultime richieste di Italia Viva che hanno generato molte polemiche.
L’ultimo tema che infiamma il dibattito intorno al DDL ZAN è la richiesta di tre modifiche specifiche proposte dal partito di Matteo Renzi. Continua a leggere per approfondire l’argomento.
Le modifiche al centro della polemica
Gli emendamenti presentati richiedono l’eliminazione dell’Art.1 e Art.4 e la modifica dell’Art. 7. Sostanzialmente viene richiesta l’eliminazione dell’identità di genere, la piena autonomia alle scuole affinché decidano se organizzare o meno iniziative per la giornata contro l’omobitransfobia e la cancellazione dell’articolo 4 sulla libertà di espressione.
Vediamo nel dettaglio le 3 modifiche più discusse:
#1 – Eliminazione identità di genere
Nel testo del Disegno di Legge Zan è presente quanto segue:
Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.
La proposta è di modificare il testo rimuovendo “identità di genere”:
Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati su omofobia, transfobia e disabilità”.
Questa modifica comporterebbe l’esclusione dalla tutela di questa – speriamo presto – legge, di tutte le persone in lista d’attesa per il cambio sesso, che non possono iniziare il percorso di transizione (per vari motivi), che non vogliono iniziare il percorso o che hanno un’identità di genere non binaria. La modifica escluderebbe anche i crimini d’odio motivati da misoginia e sarebbero tutelate solo le persone omosessuali, escludendo tutte le altre realtà.
#2 – Eliminazione articolo 4
Ecco il testo dell’art. 4 presente nel DDL Zan:
Art. 4.
(Pluralismo delle idee e libertà delle scelte)1. Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compi mento di atti discriminatori o violenti.
Chi lo critica e ne richiede l’eliminazione è perché lo ritiene un articolo che lede la tutela delle libertà di espressione.
#3 – Modifica articolo 7 con aggiunta
Ecco cosa è indicato nell’articolo in questione:
Art. 7.
(Istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia)1. La Repubblica riconosce il giorno 17 maggio quale Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contra stare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione.
2. La Giornata di cui al comma 1 non de termina riduzioni dell’orario di lavoro degli uffici pubblici né, qualora cada in un giorno feriale, costituisce giorno di vacanza o com porta la riduzione di orario per le scuole di ogni ordine e grado, ai sensi degli articoli 2 e 3 della legge 5 marzo 1977, n. 54.
3. In occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia sono organizzate cerimonie, in contri e ogni altra iniziativa utile per la realizzazione delle finalità di cui al comma 1. Le scuole, nel rispetto del piano triennale dell’offerta formativa di cui al comma 16 dell’articolo 1 della legge 13 luglio 2015, n. 107, e del patto educativo di corresponsabilità, nonché le altre amministrazioni pubbliche provvedono alle attività di cui al pre cedente periodo compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
La modifica richiede di specificare che le istituzioni scolastiche hanno piena autonomia nella decisione o meno di organizzare attività per promuovere la cultura del rispetto, dell’inclusione e del contrasto ai pregiudizi legati all’identità di genere e all’orientamento sessuale, in primis attraverso la partecipazione alla Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.