24 febbraio. E il cielo non era più blu è il libro di genere narrativa contemporanea scritto da Valeria Shashenok, la TikToker ucraina conosciuta come Valerish che ha deciso di raccontare sui social la guerra in Ucraina.
Quello di Valeria è un racconto reale e coraggioso di ciò che ha colpito la sua casa, un racconto che ora ha deciso di portare anche in libreria attraverso un libro potente che permette di conoscere più da vicino cosa sta accadendo in Ucraina e le devastanti conseguenze che la guerra ha per chi la vive da così vicino.
24 febbraio. E il cielo non era più blu di Valeria Shashenok
24 febbraio. E il cielo non era più blu di Valeria Shashenok è disponibile dal 13 settembre in tutte le librerie italiane, in versione fisica ed ebook, edito da Sperling & Kupfer.
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La sinossi di 24 febbraio. E il cielo non era più blu
IL DIARIO DI UNA RAGAZZA CHE SI È TROVATA A VIVERE LA TRAGEDIA DELLA GUERRA UCRAINA E HA DECISO DI RACCONTARLA A MODO SUO, DIVENTANDO UNA DELLE TIKTOKER PIÙ SEGUITE DI SEMPRE.
«Quando la Russia ha invaso il mio Paese, l’Ucraina, i miei genitori, il mio cane e io siamo fuggiti in un rifugio antiaereo. E poiché lì c’era il Wi-Fi e le giornate erano dannatamente lunghe e noiose, ho pubblicato video che avrebbero dovuto presentare la mia nuova casa, e alcuni di questi hanno persino fatto il giro del mondo. Ma la mia storia è in realtà molto diversa: è quella di una ragazza piena di grandi sogni che voleva scoprire il mondo e pensava che la guerra fosse un brutto scherzo. Fino al giorno in cui ho capito che ero nel bel mezzo del più terribile incubo della mia esistenza.» Valeria Shashenok decide di mostrare sui social la sua città natale, Chernihiv, e descrivere momenti della guerra. Sono scene che nessuno di noi, nel Ventunesimo secolo e nel cuore dell’Europa, poteva o voleva immaginare. E l’orrore non finisce nemmeno con la sua fuga a Milano, perché, una volta lì, le bombe di Putin la raggiungono e la colpiscono al cuore. Questa è la storia di Valeria; una storia di bombe, evacuazioni, vita, morte e cose che hanno senso solo in un rifugio antiaereo.
«Insieme al coraggio e all’audacia è forse l’umorismo a commuovere profondamente, perché dà un tocco di normalità e gioia di vivere nella tragedia. La desolazione di un rifugio antiaereo perde così un po’ del suo orrore.» N-TV