La produzione di carne sintetica è un argomento di cui si è molto discusso, soprattutto in Italia, quando a marzo nel ddl di Lollobrigida, approvato dal Consiglio dei Ministri, c’era il divieto di produrre o commercializzare alimenti sintetici, rischiando multe fino a 60mila euro. Oggi, sembra emergere da alcune indiscrezioni che questo ddl potrebbe essere ritirato, avendo timore di una bocciatura da parte dell’Unione Europea.
Prescindendo da tali condizioni politiche, scopriamo meglio di cosa si tratta e tutto quello che c’è da sapere.
Come si produce la carne sintetica?
La carne sintetica è creata in laboratorio, estraendo le staminali dalle cellule di un animale vivo o da carne fresca. Molto spesso viene anche denominata carne coltivata, carne pulita o carne in vitro, ad indicare proprio la produzione in provetta e non nell’organismo vivente. Tutto il procedimento viene svolto senza l’uso di contaminanti o antibiotici, ottenendo così un prodotto molto simile alla carne trita, che poi successivamente viene compattata.
Entrando in maniera più dettagliata nel processo, la carne sintetica sfrutta delle tecnologie in grado di rigenerare e riparare i tessuti. Si inizia estraendo le staminali dalle cellule o muscoli di animali adulti vivi, in particolar modo bovini, maiali, tacchini, polli, anatre e pesci. Successivamente le staminali vengono processate in un bioreattore, dove si trovano nelle stesse condizioni del corpo umano, per ottenere la concentrazione ottimale e la differenziazione in cellule muscolari. Da questo momento in poi si formano delle unità di fibre muscolari, che poi cresceranno in un vero e proprio tessuto muscoloso se si trovano nelle condizioni adatte. La qualità del prodotto finale dipende dalla durata e dalle condizioni del processo produttivo.
Quali sono i vantaggi?
Per quanto riguarda i vantaggi, il primo è la possibilità di evitare lo sfruttamento e l’uccisione di milioni e milioni di animali. Infatti, da una sola cellula prelevata si possono ottenere circa 10mila kg di carne in poco tempo.
La produzione di carne sintetica impatta anche sull’ambiente, infatti si stima che rispetto alla produzione della carne tradizionale, si riuscirebbe a utilizzare il 7-45% in meno di energia, il 99% in meno di suolo, l’82-96% in meno di acqua, con il 78-96% in meno di emissioni a seconda del prodotto animale considerato.
Per finire, gli animali che oggi vengono allevati si trovano a vivere in condizioni terribili, ambienti insalubri dove rischiano di esplodere nuovi virus. La produzione di carne sintetica dovrebbe essere più sicura, essendo prodotta in ambienti più controllati, dove sono molto bassi i rischi di contagio e malattie infettive.
Quanto è sicura per i consumatori?
Il tema sulla sicurezza del consumo della carne sintetica è molto delicato, infatti c’è chi sostiene che sia il cibo del futuro e chi invece sostiene che sia pericolosa. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, il consumo di carne sintetica non rappresenta un rischio per la salute umana. Nell’Unione Europea la carne sintetica deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato. In Italia risulta già obbligatorio per legge riportare gli ingredienti e la provenienza degli alimenti in etichetta, pertanto la carne coltivata potrà essere consumata da tutti coloro che liberamente e in modo informato decidono di acquistarla. Attualmente la carne sintetica è un prodotto che non è ancora entrato nel mercato europeo. Qualora l’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare (EFSA) dovesse approvare la sicurezza della carne coltivata, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata.
Alcuni punti oscuri ci sono ancora sulla sua produzione, infatti per creare un vero e proprio tessuto muscolare artificiale c’è bisogno dell’utilizzo di anabolici, come androgeni e testosterone che aumentano la massa muscolare in vitro e inoltre non si conosce ancora il comportamento nel nostro organismo dei cataboliti dei fattori di crescita artificialmente aggiunti, quindi la loro biodinamica, le modalità di accumulo e di rimozione, e non è noto nemmeno il loro effetto sulla salute umana.