Tutte le mattine centinaia di migliaia di persone fanno colazione e prendono il caffè. Questa bevanda è da tutti associata al risveglio, alla carica e, specialmente in Italia, alla socialità.
Quante volte prendere un caffè in compagnia è solo un modo per stare insieme, chiacchierare e passare del tempo con amici e parenti? Eppure poco o nulla sappiamo di questa eccezionale bevanda. Vediamo allora un po’ di storia e curiosità sul caffè.
Origine del caffè: dove nasce questa pianta?
L’origine del caffè e del suo nome si perdono nella notte dei tempi. Secondo molti il nome caffè deriva da Kaffa (o Caffa), la regione dell’Etiopia dove la pianta è stata scoperta. Secondo altri, invece, il nome deriverebbe da qahwah, la bevanda araba che si estraeva da alcuni semi e aveva un effetto eccitante.
Qualsiasi sia l’origine del nome, sappiamo che la pianta è originaria del corno d’Africa e da lì si è diffusa, inizialmente, nella penisola arabica. Con il colonialismo, la pianta del caffè è praticamente migrata in tutto il mondo, raggiungendo anche l’Asia e il Sud America, e oggi è coltivata nelle sue diverse varietà ovunque il clima lo permetta. Ma quanti sono i tipi di caffè e qual è il più costoso?
Le varietà del caffè, dove viene prodotto e chi ne consuma di più
Al mondo sono state censite circa 60 varietà della pianta del caffè, ognuna con caratteristiche, aromi e sapori leggermente diverse. Tuttavia, per una questione di resistenza e di produttività, sono 4 quelle che maggiormente vengono coltivate e commercializzate. In particolare, le 4 piante che più facilmente troviamo in commercio sono:
- la Arabica;
- la Liberica;
- la Robusta;
- la Excelsa.
Le prime due, come si capisce dal nome, sono state scoperte e vengono ancora coltivate nella penisola Arabica e in Liberia. La Robusta è stata invece scoperta in Congo, mentre la Excelsa è tipica della Sierra Leona e del Vietnam.
Il più grande produttore al mondo di caffè è il Brasile, seguito dal Vietnam e dalla Columbia, mentre, invece, il paese che consuma più caffè pro capite è la Finlandia. Ogni finlandese consuma mediamente 12 chili di caffè all’anno, mentre i norvegesi ne consumano quasi 10 chili e gli islandesi 9. Gli italiani sono solo al tredicesimo posto in classifica, con quasi 6 chili di caffè pro capite.
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Ma qual è il caffè più rinomato e costoso?
Il Kopi Luwak
Il caffè più costoso attualmente è il Kopi Luwak dell’Indonesia. Nella lingua locale Kopi significa caffè, mentre Luwak è il nome di un roditore che si nutre, tra le altre cose, proprio dei frutti della pianta del caffè. Questo animale, tuttavia, non è capace di digerire i chicchi di caffè, quindi dopo una semidigestione li espelle (tecnicamente li defeca).
Bene, il caffè più costoso del mondo viene dalle feci di questo animale. Secondo gli esperti, infatti, questa semidigestione del chicco del caffè gli conferisce un sapore unico. Un chilo di Koni Luwak può costare tra i 300 e i 600 euro, mentre una tazzina di questo caffè può arrivare a costare fino a cinquanta euro, in base a quanto in voga è il bar che lo serve.
L’espresso italiano, il decaffeinato e altre curiosità
Se l’Italia non è un produttore di caffè e nemmeno uno dei maggiori consumatori, allora perché riteniamo il caffè una vera bevanda nazionale, tanto che Napoli (ma non solo) è famosa per il caffè? La risposta è molto semplice: gli italiano hanno inventato l’espresso.
Nello specifico, a fine ‘800 un inventore e imprenditore torinese, Angelo Moriondo, inventò e brevettò la prima macchina per produrre il caffè espresso. Moriondo la utilizzò poi nei suoi bar, non dedicandosi mai alla sua commercializzazione, per questo è poco noto per questa invenzione. Tuttavia, a partire da quei primi prototipi sono poi nate le macchine per l’espresso che oggi vediamo in tutti i bar italiani. Il decaffeinato, invece, non è un’invenzione italiana, ma tedesca. Ludwig Roselius, di Brema, fu il primo a riuscire a eliminare la caffeina dai chicchi di caffè tramite un processo chimico.
Il caffè sospeso
Un’ultima curiosità attinente a questa bevanda è il caffè sospeso, antica tradizione napoletana. In pratica, questa usanza nasce dal concetto che tutti, anche i più poveri, devono avere diritto a un caffè. Per questo si usava (e in alcuni bar è ancora possibile farlo) ordinare un caffè sospeso, ovvero pagare due caffè e riceverne solo uno. L’altro caffè veniva dato gratuitamente a chiunque entrasse nel bar a chiedere se c’era un caffè sospeso.