Ogni anno in occasione del solstizio d’estate, dal 21 al 23 giugno, a Yulin (sud della Cina), migliaia di cani e gatti vengono sacrificati ed uccisi a “cielo aperto” in nome di un’inutile e crudele tradizione che prende il nome di Festival di Yulin.
Tutto però comincia giorni e giorni prima del 21 giugno, quando i cacciatori di gatti e cani cominciano a girare per la cittadina armati di bastoni, enormi sacchi e camion.
Cani e gatti che verranno massacrati nei tre giorni di “festa”: sono tutti animali rubati dalle case civili oppure randagi catturati dalle strade.
Questo accade perché in Cina non esistono allevamenti di cani e gatti su larga scala, il motivo sono i costi troppo elevati che un allevamento imporrebbe.
(La mancanza di allevamenti è stata confermata da un’indagine dell’organizzazione internazionale Animals Asia, durata quattro anni e applicata in 15 città diverse.)
Gli animali vengono catturati e buttati in enormi sacchi, sporchi di sangue e feci dei loro simili ed è solo l’inizio dell’incubo che dovranno vivere.
Dopo ore di viaggio, finalmente rivedono la luce.. Ma dalle sbarre di una gabbia di ferro, arrugginita ed affollata.
Se un incubo comincia in modo brutale e disumano, non può che finire peggio: cani e gatti vengono uccisi con coltellate, bastonate e poi buttati nell’acqua bollente, spesso ancora vivi.
Tutti sappiamo che, purtroppo, in Cina mangiare la carne di cane, è legale.
Il Festival di Yulin però non è legittimato, questo perché gli animali dovrebbero essere visitati, controllati ed allevati in determinate condizioni genico-sanitarie; nulla di tutto ciò accade, ovviamente.
A causa di questo festival infatti si diffondono centinaia di virus e malattie che uccidono migliaia di persone.
Tutti noi abbiamo la possibilità di dare una mano e di difendere i diritti dei migliori amici dell’uomo.
Ci sono moltissime petizioni che si possono firmare come QUESTA dell’ENPA!!
Ogni anno vengono anche lanciati diversi hashtag come #StopYulinFestival #EndYulinFestival ed il mondo si smuove, cercando di lottare per i diritti degli animali coinvolti in questo Festival…
Ma non è forse un controsenso lottare solo per gli animali che noi consideriamo migliori amici dell’uomo in Italia e che loro, in Cina, considerano carne? Non è forse lo stesso trattamento riservato a tutti gli animali d’allevamento?
Nonostante ciò, pensiamo che il minimo aiuto sia sempre ben accetto, in ogni situazione, è l’INDIFFERENZA ad uccidere!