«io non tifo Italia, spero che perda» se non hai pronunciato tu queste parole, molto probabilmente le hai lette in qualche post su Facebook o sentite dire da un parente, un amico o da uno sconosciuto al bar. Questo perché la razza dei “se è popolare lo schifo” si riproduce alla velocità della luce in un habitat come quello, per esempio, offerto dagli attuali EURO 2020.

Tutto ciò che sa di popolo, che trasuda consensi da parte della maggioranza, genera una sorta di orticaria tra chi – celandosi dietro un intellettualismo troppo elevato per poter amalgamarsi alla folla – sente l’impellente bisogno di far sapere a tutti che no, lui/lei/loro sono troppo impegnati con “altro” per poter prestare attenzione a ciò che piace ai molti.

Il fenomeno del non-tifoso

La Nazionale Italiana è in finale agli europei di calcio, domenica 11 se la giocherà con l’Inghilterra neo vincitrice dal match contro la Danimarca: il “non-tifoso-e-lo-dico” non è da confondersi con chi non ama il calcio e semplicemente non ha interesse nel guardare le partite (cosa del tutto lecita tra l’altro), in quanto la sua natura è quella di dichiararlo apertamente, più volte e con particolare veemenza all’avvicinarsi del fischio d’inizio.

Chi vuole fare il diverso ci tiene a distaccarsi solo ed esclusivamente da quello che piace alla folla (non scriverà mai un’invettiva contro il tiro a freccette…). Ma la cosa buffa, che è anche una sua caratteristica peculiare e che – quasi senza rendersene conto – partecipa all’evento collettivo attraverso commenti (o anche magari unendosi agli amici per guardare insieme la partita) con lo scopo di avere un palco direttamente dove si consuma la “passione”.

Caro “non tifoso” come sarebbe stato bello misurarti il battito cardiaco ai calci di rigore contro la Spagna!

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