Sempre più spesso sentiamo parlare, a torto o a ragione, di musica indie riferita a questo o quell’artista, italiano o straniero. In effetti, la musica e il genere indie hanno avuto un vero e proprio boom a partire dal nuovo millennio, e anche la scena italiana si è arricchita di nuove sonorità, che hanno incontrato il successo di un pubblico sempre più vasto.
Per capire che cos’è l’indie e come si è evoluto, partiremo dalla nascita di questo movimento negli Stati Uniti e in Inghilterra, e poi analizzeremo come questo genere è attecchito in Italia e con quali gruppi.
Tra Stati Uniti e Inghilterra, la nascita dell’indie
La parola indie nasce dalla contrazione della parola indipendent. In effetti, all’origine, l’indie non era un vero e proprio genere musicale, ma piuttosto un approccio alla musica, un movimento. Artisti e musicisti, infatti, non volevano sottostare alle grandi major discografiche e quindi decidevano di essere “indipendenti”, sperimentando i suoni senza la necessità e la volontà di voler vendere a tutti i costi e ricorrendo spesso a piccole case discografiche, se non addirittura producendosi da soli i propri dischi.
Alcuni storici fanno risalire la nascita dell’indie alla pubblicazione di una compilation a metà anni ’80 (intitolata C86), ma in realtà il fervore musicale indipendente si sta mostrando oramai vivo tra le due sponde dell’Atlantico, con l’Inghilterra e gli Stati Uniti a cavalcare l’onda della musica indie. In questi anni nascono gruppi come gli Smiths, i Sonic Youth, i Pixies, i My Bloody Valentine e i Dinosaur Jr., per citarne alcuni. Con l’arrivo degli anni ’90 e il successo di pubblico del grunge con artisti come i Nirvana e i Soundgarden, in America, e i Blur e gli Oasis, in Inghilterra, l’indie diventa di interesse anche per le grandi case discografiche e viene sempre più considerato un genere, piuttosto che un movimento che si oppone alle grandi major.
Con l’arrivo del nuovo millennio, ci si riferisce all’indie oramai come a un genere musicale e non più a un movimento indipendente, ma al tempo stesso l’indie riacquista un po’ della sua libertà delle origini, grazie soprattutto a internet. Tanti artisti, infatti, sono riusciti a farsi conoscere e ad affermarsi (almeno inizialmente) senza un contratto discografico, ma semplicemente tramite video su YouTube e il web in generale.
La musica indie italiana
Secondo molti, la musica indie in Italia nasce con gli anni ’90 e nello specifico con gruppi come gli Afterhours di Manuel Agnelli, i Marlene Kuntz di Cristiano Godano e i CSI (Consorzio suonatori indipendenti) di Giovanni Lindo Ferretti (quest’ultimo gruppo nato dalle ceneri della band punk CCCP). Sono gli anni anche dei Verdena di Alberto Ferrari e dei Bluvertigo di Morgan. Gruppi che offrono una musica decisamente alternativa al mainstream e che raccoglie un seguito comunque nutrito di affezionati fan. Anche in Italia, l’indie viene presto considerato un genere musicale, anche se spesso le band vengono prodotte da piccole case discografiche indipendenti e non dalle grandi major.
Con l’arrivo del nuovo millennio si affermano sulla scena indie, gruppi come I tre allegri ragazzi morti e gli Offlaga Disco Pax che continuano la tradizione del genere nel nostro paese. Ma è con l’arrivo degli anni dieci del 2000 che l’indie italiano conosce il suo exploit anche di pubblico. Con l’affermarsi dei Talent, nasce negli artisti nostrani la voglia di affermarsi di nuovo tramite canali indipendenti e che non siano troppo irreggimentati. E quale strumento migliore del web? Nascono così artisti di successo come I Cani che cominciano a farsi conoscere proprio grazie a internet, prima di firmare il loro primo contratto discografico, manco a dirlo con un’etichetta indipendente. E proprio I Cani collaboreranno con un altro artista indie che raggiungerà su YouTube più di un milione di visualizzazioni in un mese con la canzone Oroscopo: Calcutta. Il successo di questi artisti fa scoprire un nuovo mercato pronto ad accettare novità musicali e un’intera generazioni di giovani artisti. Si affermano così Lo Stato Sociale di Lodo Guenzi, i Thegiornalisti di Tommaso Paradiso, ma anche gli Zen Circus, Colapesce, Marianne Mirage, Levante e tanti altri. Insomma, la scena indie italiana è oramai matura e c’è da scommettere che i prossimi anni ci faranno conoscere nuovi e talentuosi artisti indie.