Faith In The Future di Louis Tomlinson Track By Track – il nuovo album di Louis Tomlinson “Faith In The Future” raccontato traccia per traccia. Ecco i significati delle canzoni e la traduzione in italiano delle dichiarazioni di Louis.

L’11 novembre 2022 è uscito il secondo album in studio della carriera solista di Louis Tomlinson, “Faith In The Future”. Il disco contiene 16 nuove tracce tra cui i singoli “Bigger Than Me”, “Out Of My System” e “Silver Tongues”. Come dichiarato spesso dall’artista, “Faith In The Future” rispecchia il tipo di Musica che vuole fare, e ogni canzone ha per lui un significato diverso. Ce lo racconta con il “Faith In The Future” Track By Track.

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Louis Tomlinson Faith In The Future Track By Track

Ecco il video della prima parte del racconto di Louis traccia per traccia:

Ed ecco il video della seconda parte del racconto di Louis traccia per traccia:

Ecco anche il video della terza parte:

Ecco anche il video della quarta parte:

Faith In The Future Track By Track: le dichiarazioni di Louis Tomlinson

Ecco la traduzione in italiano delle dichiarazioni rilasciate da Louis  sulle canzoni dell’album in occasione del “Faith In The Future” Track By Track.

Louis sull’album “Faith In The Future”

“Mi sento molto bene circa l’album. Con questo album è stato meglio, con il primo era una sorta di ricerca di quello che pensavo fosse necessario fare, sento che mi rappresenta di più. Con questo album ero più sicuro di me, di cosa volevo fare.

Il secondo album può essere una sfida, ma quello che per me è stato diverso è che è come venuto da solo, perché arrivavo dai One Direction e avevo fatto tutti quegli album con loro. Il primo quasi sembrava il secondo album, c’era molta pressione, molte riflessioni circa l’album, mentre adesso ho una visione più chiara di cosa voglio e di cosa ho bisogno. Sono anche molto fortunato perché ho una fanbase disponibile ad ascoltare cosa piace a me, e ha fiducia nel mio istinto.

Per quanto riguarda l’ispirazione, dipende dalla giornata, da come ti senti, ma penso che le migliori siano venute fuori quando erano in UK, dove mi piace di più stare e dove mi sento a casa. Non che non abbia questa sensazione quando scrivo a LA, ma sento questa disconnessione per la lontananza. Per questo album, invece di prenotare uno studio dal lunedì al venerdì, da mezzogiorno alle sei (quando fai così sembra proprio lavoro, sai che devi stare lì in quell’orario, resta nell’aria, e cambia il modo di lavorare) sono stato fortunato da poter prenotare una casa con lo studio dentro. Potevamo scrivere nel weekend, o quando volevamo. Quando uno si sentiva creativo poteva ispirare l’altro, e senza neanche accorgertene stai scrivendo una canzone. Così è più autentico, mi è veramente piaciuto scrivere cosi, molto naturale.

Le mie preferite sono Silver Tongues e Out Of My System, le più energiche, quelle che mi rendono più entusiasta di andare in tour. Ma poi ci sono anche canzoni come Saturdays che tirano fuori tutta l’emozione, mi aiutano a brillare come liricista.

Louis sulla scelta del titolo “Faith In The Future”:

“È stato strano, circa 6 mesi prima del lockdown c’era questa frase, e per qualche ragione, non so, non sono così hippie per cui penso che una frase possa parlarti, ma l’ha fatto. Amo l’idea della frase, l’allitterazione che c’è dentro. È stato con il lockdown che mi sembrava giusto lanciare un messaggio di positività. L’ho scritto su Twitter per la reazione, senza contesto, e ha avuto una grande reazione, ho sentito il potere che ne derivava, sembra quasi che si sia deciso da solo”

Louis su “The Greatest”

“The Greatest è un ringraziamento ai fan. È bello poterlo fare in un contesto in cui non sembri troppo sfacciato, fastidioso. A volte quando si fanno queste cose possono sembrare forzate, ma penso noi l’abbiamo fatto in modo autentico. La canzone è stata originariamente scritta come apertura del tour, non necessariamente del disco. Quando pensiamo ai concerti ci immaginiamo dei momenti precisi e cerchiamo di crearli. Questa è una canzone che parla della mia connessione con i fan, ed è un bel modo di iniziare un concerto.

Louis su “Written All Over Your Face”

“Gli Artic Monkeys hanno avuto un’enorme influenza su di me, sono al fondo della strada dove sono cresciuto, Sheffield, 20 minuti di distanza, sono stati una grande parte della mia crescita. Però quando andiamo in studio non cerchiamo di replicare o prendere troppo ispirazione da loro, semplicemente viene naturale, perché hanno avuto un grande effetto su di te negli anni, è inconscio. È una canzone in cui posso immaginare Rob Harvey, un fantastico scrittore, ma anche fantastico con le melodie, che mi canta questa melodia, e una volta ascoltata quella parte trainante si è scritta da sola, e ha settato il tipo di stile che volevamo fare”

Louis su “Bigger Than Me”

“Questa canzone concettualmente è stata un viaggio, perché non avrei potuto scriverla nell’album precedente, perché dopo avevo l’esperienza del tour e sapevo come quei concerti apparivano, come li sentivo. Mi sono un po’ trascinato, perché a me piace sentirmi con i piedi per terra, e non comportarmi come “faccio il lavoro che faccio”, e a volte me ne allontano perché amo la normalità, fare le mie cose. Ma c’è stato un momento in cui ho visto quei concerti e quanto fossero importanti sia per me ma anche per le persone tra il pubblico il quel momento. Abbiamo condiviso e condividiamo quei momenti. C’è questo bellissima sinergia nell’aria, e volevamo catturare questa idea. E’ il primo vero sguardo all’album, erano passati quasi tre anni dal precedente, e volevo qualcosa che sembrasse ambizioso”

Louis su “Lucky Again”

“Le chitarre sono ciò da cui abbiamo iniziato. Jay Moon, bravissimo scrittore con cui ho lavorato, ha iniziato con il riff di chitarra, e la prima volta che l’ho ascoltato per me è stato ipnotico, ha settato la tonalità per il resto della canzone. Avevamo già altre canzoni nell’album, a livello cronologico, come “Written All Over Your Face”, o “Bigger Than Me”, questi grossi momenti, e ho pensato fosse il momento di qualcosa di non dico “facile da ascoltare”, che è un po’ offensivo per la canzone, ma immaginavo una situazione in cui ad esempio hai i finestrini abbassati in macchina, cosa di questo genere”

Louis su “Face The Music”

“Una band a cui mi sono ispirato sono i DMA. La mia prima canzone è stata una canzone dance-pop, andava bene per me all’inizio, inseguivo le radio, ma poi ho cercato di lasciare questo genere fuori dal primo album. Poi ho ascoltato l’ultima canzone dei DMA e loro inserivano questo sound in modo autentico, che ci sta bene nella canzone. Face The Music una canzone da festival, scritta immaginando quella canzone in tour che ti arriva dritta in faccia, ed è questa”

Louis su “Chicago”

“Ho scritto questa canzone con Dave Gibson, lui è la prima persona con cui ho scritto in questo album, abbiamo fatto molte canzoni insieme. Lui mi capisce veramente come song writer. A volte è difficile articolare i pensieri, e lui mi capisce. Chicago è una canzone che cito quando parlo di maturità nei testi. Io sono molto sincero nei miei testi, almeno metà delle canzoni sono ispirate a esperienze personali. Chicago è una canzone speciale per me”

Louis su “All This Time”

“Fred ha fatto un ottimo lavoro sulla produzione di questa canzone. Io so cosa mi piace, ma in questa produzione è come se rischiassi, facendo qualcosa di “dance”. Per qualche ragione questa è una delle mie top tre del disco, e la cosa mi sorprende, perché ce ne sono altre nel disco più in linea con quello che ascolto, ma questa ha una bella energia, e a me piace anche fare qualcosa di dance anche se non l’ho fatto per un po’”

Louis su “Out Of My System”

“Sono molto felice dei vocals di questa canzone. Amo quanto sia corta, ogni volta che la ascolti ti lascia come se ne volessi ancora. Abbiamo iniziato dai riff di chitarra, mentre andavo alla sessione di scrittura stavo ascoltando gli Arctic Monkeys, sono entrato e ho detto voglio scrivere qualcosa il più punk possibile. I riff hanno creato la base per la canzone, quel pericolo, quell’energia. Sono felice di avere questa energia nel disco. Abbiamo finito questa canzone a Londra, abbiamo finito di scriverla e nella voce volevo portarmi dietro l’energia dei live, quando scendi dal palco per un po’ non riesci a calmarti, e canzoni come Out Of My System hanno bisogno di questa energia. E’ strano registrare subito dopo un concerto, ma l’energia si trasmette”

Louis su “Headline”

“E’ l’ultima canzone dell’album, sarò sincero era pronta all’85% quando l’ho sentita per la prima volta. C’erano un paio di cose nei versi, erano fantastici ma non li sentivo veri, qundi l’abbiamo modificata, riadattata perché stesse bene nell’album. Sono molto grato per questa canzone, è molto luminosa, sembra che fiorisca. Quello che per me era importante, in questo album ci sono diversi “sapori”, le canzoni sono diverse ma  con la stessa identità, e questo mi rende orgoglioso”

Louis su “Saturdays”

“Se ripenso a quando l’ho creata, è stato quasi come immaginare se non avessi mai lasciato Doncaster, se mi fossi trovato in quella situazione in cui esci la sera, incontri qualcuno con cui stavi, e io sono un grande fan di queste cose nei testi, quei dettagli quasi random. C’è una frase sul notare qualcuno che ha le stesse scarpe da ginnastica che aveva lei, e questi dettagli sono importanti per le canzoni, soprattutto se vuoi trasmettere la nostalgia. Il primo verso cita una strada di Doncaster dove si esce, dove ci sono i night club. Questi Easter Egg sono una grande parte della mia vita, che metto nelle canzoni. Joe Cross ha fatto qualcosa di straordinario con “Saturdays”

Louis su “Silver Tongues”

“L’idea della canzone è nata dal fatto che avevamo passato una bella serata tutti insieme a chiacchierare, a conoscerci. Si basa sulla serata che abbiamo trascorso, ma parla anche del periodo della crescita e di quel tipo di momenti. A livello di suono è molto furba, perché la prima volta che la senti hai un finto senso di sicurezza, senti il piano, è emozionante, pensi che sia una ballad, e poi la produzione subentra. Nei concerto penso sarà un bel momento”

Louis su “She Is Beauty, We Are World Class”

“Il titolo è intenzionalmente provocatorio, non sono sicuro di cosa significhi per me, ho un’idea ma è una frase aperta all’interpretazione. Dave, con cui l’ho scritta, stava venendo in treno alla sessione di scrittura, e nel bagno del treno, sullo specchio c’era scritto “she is beauty”, e sotto in colore diverso, non sappiamo quindi se è la stessa persona o qualcuno che ha finito la frase, c’era scritto “we are world class”. Mi ha fatto vedere la foto e mi ha detto “questo è un titolo interessante”. La canzone viene da li, mi piace che l’abbia scritto qualcun altro. Abbiamo provato con questa a buttarci totalmente nel suono più dance. E’ la canzone preferita del mio migliore amico. A me piace molto, penso sia una di quelle canzoni importanti per l’album, per dargli ancora un altro aspetto”

Louis su “Common people”

“Common people arriva da un immaginario in cui magari mostri la città ad una ragazza, glie la fai vedere, magari lei non è di Doncaster e le presenti quel lato della vita. E’ venuta dritta dal cuore, molto semplice da scrivere”

Louis su “Angels Fly”

“Anche questa ha un bel coro, un bel suono, si può cantare insieme. Mi piace il concetto, c’è un amico con cui parli che sta passando brutti momenti, e lo descriviamo in un modo molto british. Sostanzialmente diciamo “starai bene, e possiamo parlarne domani se vuoi, ma stasera dovremmo uscire e divertirci”

Louis su “Holding On To Heartache”

“Questa è una canzone che non è necessariamente stata creata volontariamente, ma è una perfetta transizione tra “Walls” e “Faith In The Future”, è più pop, da quando l’ho ascoltata continuo a tornare a sentirla, è anche bella da cantare. Per qualche ragione è una delle ultime che abbiamo finito. Forse sono ingenuo in questo ma penso possa essere una delle preferite dei fan”

Louis su “That’s The Way Love Goes”

“Volevo creare una sincera canzone d’amore sull’amicizia, su due amici che parlano tra loro, che magari non si vedono da tre mesi e uno dei due ha un problema, e l’altro dice “ti porto fuori e magari poi alla fine la superi”. Può sembrare un po’ brutto, brusco a volte, ma spesso è il modo in cui gestiamo le cose. Sono andato in studio e ho detto, facciamo una canzone su un amico che parla ad un amico di un amore perduto, o quale problema sia. Non ci sono tante canzoni su questo, ma per me è interessante, ed è un modo interessante di concludere l’album, perché se penso alla mia testa non sofisticata, lo chiuderei con un muro di suoni che ti lascia li a volerne di più, ma ci vuole anche sicurezza a finirlo con una canzone più triste. Io sono sicuro di questa canzone, penso sia bellissima, Abbiamo provato diverse versioni di tracklist, ma tutte finivano con questa, secondo me è perfetta”

Faith In The Future, il nuovo album di Louis Tomlinson

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