Harry Styles ha intervistato telefonicamente l’attore franco-statunitense Timothèe Chalamet, protagonista di “Chiamami con il tuo nome”, film di un regista italiano che ha vinto l’Oscar come “Miglior sceneggiatura non originale”. L’intervista è stata registrata per i-D Magazine in occasione della nuova pellicola in uscita di Timothèe “Beautiful Boy” .

L’intervista tra i due artisti è avvenuta per telefono, ed è stata trascritta e pubblicata su i-D Magazine nella rubrica “Superstar Issue”. La telefonata si è rivelata essere una vera e propria chiacchierata tra amici, intima e profonda, in cui Harry e Timothèe hanno affrontato tantissimi argomenti importanti tra cui la fama, la vulnerabilità, l’impatto dei social media ed alcuni problemi della società odierna – tra cui la dipendenza – e il nuovo concetto di mascolinità, argomento molto sentito da entrambi.

Di seguito la traduzione completa dell’intervista, che si può leggere in lingua originale qui: harry-styles-interviews-timothee-chalamet

HARRY STYLES INTERVISTA TIMOTHEE CHALAMET

https://www.instagram.com/p/Bpo634AFCEz/?hl=it&taken-by=tchalamet

H: “Mr Chalamet…”
T: “Mr Styles, è bello incontrarti per telefono. Grazie per tutto questo”

H: “Grazie a te. Ho visto “Beautiful Boy” stamattina ed è bellissimo”
T: “Grazie per essere andato a vederlo, significa molto”

H: “La mia prima domanda: David Bowie una volta ha detto ‘la creatività è come nuotare nell’oceano. Nuoti fino a quando arrivi dove non tocchi più, sei un pò spaventato, ed è li che dai il meglio di te’. Sei d’accordo?
T: “D’accordissimo. Mi ricorda una citazione, se qualcuno dice ad un artista che è coraggioso, in realtà gli sta dicendo che è pazzo. Penso che ogni osso del mio corpo sia elettrizzato quando recito, ho sempre quella sensazione, come se fossi fuori controllo”

H: “Io penso che se uno sta sempre nel suo campo, è molto facile che si annoi. E’ importante stracciare tutto e ricominciare da capo qualche volta”
T: “…e farlo male, e accettarne i rischi. Dal lavorare in un film ho imparato che se una scena va male, e la crew sul set ride, questo ti scioglie per il secondo tentativo, è meglio che proteggerti e perderti nei tuoi pensieri. La più grande maestra per me è l’esperienza”

H: “Il tuo personaggio in ‘Beautiful Boy’ è molto intenso. Sei un attore che sta nel personaggio anche quando la telecamera si spegne, o sei capace di ‘accenderti e spegnerti’?”
T: “La mia parte in ‘Beautiful Boy’ è stata con me molto più a lungo di quanto pensassi. Pensavo che una delle trappole di questo ruolo, specialmente essendo io un giovane attore nervoso, sarebbe stata il dedicarsi alla sua serietà. Non volevo provare ed essere il più duro possibile con me stesso, pensando che questo avrebbe reso le scene buone. Dopo l’ultimo giorno di riprese, ho avuto il ritorno a casa più strano di tutti. Non l’ho neanche vissuto, mentre Nic e David si, ma mi sono sentito molto colpito, esaurito, un pò devastato. Il film non è deprimente, è basato sulla redenzione ed è pieno di speranza, ma ho sentito come un pugno nello stomaco”

H: “Sappiamo tutti che la dipendenza è una malattia che colpisce tantissime persone, perchè secondo te è ancora coperta da segretezza e vergogna?”
T: “Non sono un esperto in questo, ma penso sia perchè è più facile vederla in quel modo. E’ confortante per la gente dare un volto alla dipendenza e pensare che non possa colpirti, o colpire la tua famiglia e i tuoi cari. Ma la realtà, come hai detto, è che è una malattia che non discrimina. Non conosce razza, classe o genere. E’ una malattia umana che colpisce molti ragazzi della nostra età. Una delle cose che mi è piaciuta molto di ‘Beautiful Boy’ è che non è incentrata sul perchè Nic sia un tossicodipendente. Penso sia più facile per la gente pensare che sia una scelta, che quando la gente è tossicodipendente sia in modalità euforica o festaiola. quando in realtà c’è spesso un grosso buco nero, come direbbe Nic, o un enorme dolore”

H: “Quando hai visto il film intero, ti ha sorpreso qualcosa del risultato?”
T: “Ero terrorizzato dal vedere questo film, più di ogni altra cosa di cui sia mai stato terrorizzato, perchè la storia è basata su persone reali. Sentivo molta pressione, e vederlo per la prima volta non è stata un’esperienza confortevole”

H: “Ogni volta che ho girato qualcosa in film o video musicali, metto spesso un messaggio segreto per i miei amici, come nascondere il loro nome da qualche parte o indossare una collana creata dai loro figli. Tu metti mai messaggi segreti per la gente nei tuoi film?”
T: “Sono un attore molto tattile, e se inizio a pensare che sto facendo schifo, inizio a cercare cose, ricordi, cose che conosco. In un film come ‘Chiamami con il tuo nome’, dove giravamo in una casa, c’erano molti angoli e posticini dove mi sentivo al sicuro. Ci sono piccole cose che tengo per me nei ruoli, e altre cose che cerco di portare con me quando finisco”

H: “Quando hai letto la sceneggiatura di ‘Chiamami con il tuo nome’, quale è stata la scena in cui hai dovuto ricorrere a quei metodi?”
T: “Penso nella scena in cui Elio rivela i suoi sentimenti a Oliver sotto il monumento. Il libro era così bello, genuino e ben scritto che ho sentito come se quella scena sarebbe stata la scena in cui si poteva capire se saremmo riusciti a far funzionare tutto o no. Un giorno, Luca Guadagnino non sapeva bene come girarla, ed è stata un’idea di Armie Hammer quella di farla in un colpo solo e con un’inquadratura panoramica. Ha portato via tutto il sentimento di imbarazzo di Hollywood. Se si guarda il film senza audio, non si potrebbe immaginare che uno sta dicendo all’altro di esserne innamorato”

H: “Che è anche un modo realistico in cui potrebbe accadere”
T: “Penso di si. Potresti spaventare l’altro se facessi una scenata”

H: “Ci sono dei rumors sul sequel, sei nervoso di portare avanti una storia che così tanta gente ha amato?”
T: “Abbiamo girato il film con la umile speranza che chi aveva già letto il libro andasse a vederlo. Mi piacerebbe molto girare il sequel, la sfida è molto emozionante per me”

H: “Riesci ancora a mangiare le pesche?”
T: “Mmm si riesco, ma non senza pensare a quello…”
H: “Si, ho fatto fatica anche io..”
T: “E’ stata la scena più imbarazzante in assoluto da vedere con i genitori. Il mio povero papà…”
H: “Penso lo sia stato anche per lui. Sei molto affezionato alla tua famiglia vero?”
T: “Si, lo sono, e tu?”
H: “Si, a volte i miei genitori vengono in tour con me ed è bello averli intorno. Gli ultimi due anni sono stati folli per te, che ruolo hanno avuto i tuoi genitori nel mantenere una sensazione di normalità intorno a te?”
T: “Penso che la cosa più preziosa che ricevo dai miei genitori sia, e io cerco di ricambiare più che posso, il loro amore e supporto. Spero che non suoni troppo sdolcinato, ma è così. Durante i tuoi vent’anni realizzi che i genitori sono esseri umani. Questo non vuol dire che non riceva ottimi consigli da loro, perchè li ricevo, ma ad un certo punto prendi il controllo della tua vita. Mia mamma ha recentemente tirato fuori una foto di lei e mio padre alla premiere di ‘Beautiful Boy’, che brillano di orgoglio. E’ una cosa che sconvolge il cuore, quasi devastante”

H: “Ti prendi mai un momento per riflettere e realizzare quanto questo sia fantastico? Io tengo un diario, e trovo aiuti molto nello scrivere canzoni. Anche solo un elenco puntato per fermarmi e tenere bene conto di quello che sta succedendo”
T: “Si, tengo un diario e butto giù pensieri nelle note del telefono. La gratitudine e l’apprezzare dove sono è molto importante per me, ma viene con il tempo. Avere il tempo di tenere un diario o essere semplicemente grato. Ho circa un anno e mezzo di lavoro in arrivo adesso, sto girando ‘Piccole Donne’ e ‘The Dune’, spero di avere il tempo di godermi tutto. Cosa mi conforta molto è che quando mi sveglio, in questo ambiente sano, ho sempre addosso una sensazione di gratitudine. E’ fantastico sentire che tu, che fai questo lavoro da moltissimo tempo, hai l’obbiettività e la capacità di fare un passo indietro e scrivere su quel diario. Trovare del tempo per l’auto-riflessione è importante”

H: “Oggi ci sono molti modi per tenersi impegnati. Penso che sia la parte più positiva dei social medias, ma lì ci sono anche molte cose che trovo super pericolose. Mi interessa sapere: che ne pensi tu? I lati positivi e negativi…”
T: “Alla fine del 2000, quando ci fu la Primavera Araba in Egitto, c’è stato un periodo di ottimismo su internet e per quanto riguarda i social. Ma negli ultimi tre o quattro anni, c’è stata una seconda ondata sui social medias dove le persone sentono solo quello che vogliono ed amplificano le loro credenze con altre persone, sia bufale che non. Il mio vecchio coinquilino mi ha detto di aver letto interviste dei creatori di internet in cui loro dicono che sono spaventati da ciò che è diventato e disprezzano la negatività e la disinformazione che pervade. Da un punto di vista più preciso e, per mia esperienza, i social sono difficili da navigare perché l’ultima cosa che voglio fare come artista è creare un vuoto. Ma se leggi i commenti, allora sottoponi te stesso ad un pericolo. Invidio quando, un tempo, le persone non avevano gli occhi incollati ad uno schermo. E’ la caricatura di una persona che ad una festa gioca a Tetris.”

H: “Personalmente, sento un cambio notevole del livello della mia felicità quando non sono sui social. Qualcuno una volta l’ha descritto come una festa in casa, in cui ci sono tre persone fantastiche e 23 che non sono per niente carini. Tu semplicemente non andresti a quella festa, vero? Questo riassume ciò che sento nei confronti dei social medias. Entro. Vedo gli amici che voglio vedere e poi esco.”
T: “E’ stato così intuitivo per te?”

H: “E’ qualcosa che ho capito con il tempo. Specialmente all’inizio perché, in quel momento, sei incoraggiate a dare il più possibile. Ma ritorna tutto al fatto che devi separare il lavoro dal resto della tua vita. Realizzare che ci sono cose che devi tenere per te e cose che non devi condividere con nessuno. Ciò rende tutto un po’ più carino.”
T: “Sta tutto nell’essere cosciente del tuo contributo, e non, digitale.”

H: “Esattamente, Sono consapevole che se vai sui social e cerchi, trovi tutto ciò che stai cercando. Se sei alla ricerca di brutti commenti, li trovi. Ma le persone continuano a farlo. E’ un’auto-tortura.”
T: “E’ masochista.”

H: “Lo facevo quando iniziai ad usare i social. Ora non lo faccio più, e sento un notevole cambiamento della mia felicità, il che è positivo. Ma non sto attaccando i social, penso che siano anche un posto positivo ed è importante notarlo.”
T: “Ultimamente non si può tornare indietro. E’ quello che è. Comunque, com’è stato lavorare a Dunkirk? Ho avuto un piccolo ruolo in Interstellar ed ero emozionatissimo di lavorare con Christopher Nolan. E’ il mio regista preferito.”

H: “Sono sempre stato anche io un grande fan di Christopher Nolan… Quando se ne stava lì, seduto nel retro della stanza quando io stavo facendo l’audizione, mi sono sentito davvero fortunato ad essere in quella camera. Dunkirk è statto strano perché è stato il mio primo film, quindi non ho alcuna altra esperienza simile a cui lo posso comparare.
T: “Sembra come se fosse stato difficile girarlo, non sembrava di certo una passeggiata.”

H: “No, non lo è stato affatto. Quando mi hanno detto che avremmo fatto un film sulla spiaggia, ho immaginato diverse situazioni! Mi sono divertito ad essere qualcun altro. Mi è piaciuto uscire dalla mia zona di comfort. Ho amato stare sul set ed essere il ragazzo che non avesse idea di cosa stesse facendo. Mi è piaciuto molto.”
T: “Oh amico, spero che tu possa recitare ancora. Perché, anche se non so se significa qualcosa detto da me, ma penso che tu sia stato fottutamente eccellente in quel film.”

H: “Grazie mille.”
T: “Quel film è davvero fantastico. Guardandolo, continuavo a pensare ‘Oddio, spero che Harry non pensi che ogni set sia un’imbarcazione della Seconda Guerra Mondiale!’.”

H: “Tutti mi hanno detto che su qualsiasi cosa lavorerò in futuro, sarà una passeggiata comparata con Dunkirk, ma mi è davvero piaciuto. Pensando al giorno d’oggi: come attore, senti la responsabilità di rappresentare una nuova forma di mascolinità sul grande schermo? Questo concetto è cambiato molto da quando stiamo crescendo…”
T: “Sai cos’è davvero divertente? Stavo per chiederti una versione simile di questa domanda ma ero preoccupato di sembrare troppo invadente. Ma se mi dai l’opportunità di parlarne allora dico: ‘assolutamente!’. E’ uno dei motivi per cui sono felice di essere al telefono con te, perché crescendo abbiamo avuto degli esempi da seguire, ma non è tutto così ovvio. Persone come Lil B ­– spero che le persone, leggendo questo, non alzino gli occhi al cielo – sono state di grande impatto per me perché lui ha davvero confuso quegli stereotipi, come musicista. Sarei emozionato se mi dicessero che i personaggi che interpreto invoglino ad un cambiamento. Come posso spiegarmi? Penso che ci sia qualcosa di scritto su questo argomento da qualcuno molto più intelligente di me. Voglio dire che puoi essere chiunque tu voglia essere. Non c’è una nozione specifica, o una taglia di jeans, o una maglia che segni i muscoli, o dei comportamenti, o un’alzata di sopracciglia, o l’uso di droghe che tu debba seguire per essere mascolino. E’ emozionante. E’ un mondo nuovo e coraggioso. Forse è grazie ai social, o a chissà cosa, ma c’è una frenesia da parte della nostra generazione per quanto riguarda fare le cose in una nuova maniera. Sono curioso di sapere che ne pensi tu…”

H: “Non sono cresciuto in un mondo da uomo. Sono cresciuto con mia mamma e mia sorella. Ma negli ultimi due anni sono diventato molto felice di chi sono. Penso che ci sia molta più mascolinità nell’essere vulnerabile e nel permettere a sé stesso di essere femminile, e sono davvero a mio agio. Crescendo non sai nemmeno cosa significhino quelle cose. Hai quell’idea di cosa significhi essere mascolini e così cresci e vivi il mondo, inizi a sentirti a tuo agio con te stesso. Oggi è più facile farsi un’idea sulla mascolinità in molte cose. Io trovo – attraverso la musica, i processi di scrittura, parlando con gli amici ed aprendomi – che molte volte in cui mi sento a mio agio con me stesso è quando concedo a me stesso di essere vulnerabile. E’ qualcosa che provo e faccio.”
T: “Questo è davvero bello e di grande ispirazione, ciò riporta al sentirsi a proprio agio nel caos e al creare nella pazzia. E’ difficile essere vulnerabile. Lo capisco. Penso che possa essere definita un’arte, ma anche un’intimità. E’ il sentimento più pazzo. Spero che questa conversazione tra noi, in qualsiasi infinitesimale modo possa aiutare qualcuno, un ragazzo, una ragazza, a realizzare che essere vulnerabili non è una debolezza, né una barriera. Non significa che tu sia pazzo o iper emotivo, sei solamente umano, cosa che penso che la tua musica comunichi e spero che i miei film facciano lo stesso. Gli umani sono complicati, abbiamo il bisogno di sentire molte cose. Non siamo omogenei.”

H: “Non c’è una divisione netta. Un paio di cose per te.. Sono stati due anni pazzi. Come lo trovi questo? Ti stai divertendo?”
T: “Amico, mi sento davvero grato. Lo dico spesso a mio padre e lui mi prende in giro perché non ho mai detto queste cose, ma vedo persone della nostra età piene di vita e questo mi ispira molto. Tre anni fa ero nervoso perché le persone parlavano di come i social media nuocciano all’attenzione, come nessuno possa più rimanere semplicemente seduto e di come l’arte ed i film fossero solo reliquie. Ma mi sento come se questa cosa fosse urgente. E, per qualsiasi sia la ragione, ora ho l’abilità di scegliere cosa portare alla vita. In questo momento, sto lavorando a Little Women a Boston con Greta Gerwig, Saoirse Ronan ed Emma Watson e mi limito a pizzicarmi per farmi rendere conto che sono nel cast per portare alla vita questa leggendaria narrazione. Hai avuto una pausa nei primi anni? O era tutto piuttosto intenso?”

H: “Sono stati molto intensi. Solo negli ultimi due anni ho avuto la possibilità di fermarmi e riflettere. Sicuramente sono grato di aver avuto un momento per realizzare il tutto. Ora sono emozionato per il mio futuro. Tu lo sei? Ed intendo il tuo futuro, non quello dell’umanità o cose simili.”
T: “Sì, scusa amico, penso in grande!”

H: “Ora puoi scegliere i tuoi film, il che è fantastico. Quando sei all’inizio, trascorri molto tempo nel volere che le persone guardino i tuoi film o ascoltino la tua musica e poi, quando finalmente ciò accade, inizi a pensare ‘Che succede ora? Di cosa mi preoccupo?’”
T: “Fare le scelte giuste. Penso che ci sia un’ansia in noi correlata alla nostra età. Voglio essere in grado di avere una conversazione con te tra 15 anni. Ho sempre cercato di lavorare con quelli che per me sono grandi registi. Sto lavorando con Greta Gerwig ora. Sto facendo qualcosa con uno dei miei registi preferiti di sempre; un direttore americano molto amato. Poi farò Dune, diretto da Denis Villeneuve. Ho sempre sognato di essere in un grande film come Dunkirk o Dark Knight o Inception. Quindi questa è la verità, Harry. C’è anche la paura, come sempre, ma sono contento che la paura ruota intorno a film e scelte e non se posso pagare l’affitto o meno. Ho molta gratitudine per quello. Spero che avremo la possibilità di essere su un set cinematografico insieme. Sai a cosa lavorerai in futuro?”

H: “Sto lavorando al mio secondo album in questo momento, quindi ho intenzione di farlo, leggere molto e vedere cosa succede. Quando ho ottenuto il ruolo in Dunkirk, è successo proprio all’inizio del mio primo album, quindi ho dovuto interrompere tutto per cinque mesi. Ma cose del genere succedono sempre quando succede, quindi non so, amico. Mi sto divertendo a non sapere, onestamente.”
T: “Molti musicisti che ho incontrato la pensano come te. Hanno la vita meno programmata rispetto ad un attore, che deve letteralmente presentarsi ad una certa ora. Non so amico; devono essere come le tre del mattino ovunque tu sia in questo momento. I musicisti operano a loro discrezione.”

H: “Quando ero nella band, ho sempre saputo cosa avrei fatto per i due anni successivi. Ora sto facendo album per conto mio ed è emozionante perchè so che è tutto quello che farò finchè non finisco di registrarlo. E’ un modo nuovo di lavorare”
T: “Immagino che il processo creativo nel lavorare ad un album individuale sia molto diverso rispetto a quando eri più giovane e facevi musica con altri”

H: “Sì, quando ho iniziato non sapevo bene cosa stavo facendo. Ho provato a scrivere il più possibile con più gente possibile, e imparare più che potevo. Giuro, ho scritto delle canzoni veramente veramente brutte prima di quelle belle…solo un altro paio di cose per te, se ti venisse ordinato di poter sentire una canzone sola, vedere un solo film, leggere un solo libro e parlare con una sola persona per il resto della tua vita, cosa sceglieresti?”
T: “Oh, me la scrivo questa. Bellissima domanda. La canzone sarebbe ‘Rain’ di Kid Cudy, il film ‘Punch Drunk Love’, il libro ‘The Book of Disquiet’, che sto leggendo ora. La persona…terrò la risposta segreta. La terrò per me, ma ho un’idea molto chiara in testa. E tu? Posso farti la stessa domanda? E’ giusto?”
H: “Certo, sentiti libero. La canzone sarebbe ‘Madame George’ di Van Morrison, il film ‘Goodfellas’, i libri due: ‘Norvegian Wood’ di Haruki Murakami e ‘Love is a mixtape’ di Rob Sheffield, che ti consiglio se non hai già letto. E’ molto bello”
T: “E la persona?”
H: “Farò come hai fatto tu, la terrò per me”
T: “E’ giusto!”

H: “Un paio di domande veloci, poi ho un’ultima domanda per te. Qual è la tua canzone da karaoke?”
T: “Heart Shape Box” ma mi guardo bene dal cantarla davanti a persone che non conosco”
H: “New York o LA?”
T: “New York, a mani basse. Quando atterro bacio a terra baby”
H: “Serie tv preferita?”
T: “The Office”
H: “Kobe o Lebron? Qua arriva il difficile…”
T: “Guarda, Lebron è l’atleta della mia generazione. Kobe vince per talento. Ho amato Lebron nel Miami, e anche nel Cleveland. Ora sono un fanboy che cerca di comprare una maglia dei Lakers”
H: “Cosa indossi per dormire?”
T: “Niente”
H: “Jay-Z o Beyoncè?”
T: “No, non si può scegliere perchè sono emtrambi straordinari. Pari.”
H: “L’ultimo messaggio che hai mandato?”
T: “Te lo dico ora…devo rispondere a un pò di persone! L’ultimo messaggio ricevuto è di mio padre su ‘Beautiful Boy’, dice che ha debuttato bene e poi mi ha mandato un link su una recensione di Venom. Non lo andrebbe mai a vedere, quindi non so perchè me l’abbia mandato”
H: “Passione segreta?”
T: “Rick and Morty’, ma non so se sia segreta, molti lo amano”
H: “Hai mai visto Big Mouth?”
T: “No, devo farlo?”
H: “Si, vai a vederlo è su Netflix”
T: “Ok”
H: “Cardi B o Nicki Minaj?”
T: “Oddio, be, Nicki ha frequentato il mio liceo, ma Cardi è una leggenda quindi perchè non possiamo semplicemente volerci tutti bene. Vorrei che non avessero mai litigato. E’ stato surreale. Per te?”
H: “Sono io che faccio le domande”
T: “Giusto, giusto”
H: “Dov’è il tuo posto felice?”
T: “E’ un posto nella mia mente, una giornata di sole a New York”
H: “Bello. Ultima domanda. Qual è il significato della vita?”
T: “Ah…be siamo qui per così tanto tempo. Vivi e lascia vivere. Ama profondamente, ama apertamente. E sappi che l’uomo saggio sa di essere ignorante ma coltiva molta comprensione”
H: “Molto bello. E’ stato un piacere, grazie amico”
T: “Amico, un grande piacere, grazie per aver fatto tutto questo!”

 

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