HARRY E L’INTERVISTA CON BBC RADIO 1

La prima intervista radiofonica di Harry Styles solista è avvenuta ai microfoni di BBC Radio 1, ecco di seguito i passaggi salienti della chiacchierata con l’amico e speaker Nick Grimshaw:

Mi sento come se fossi stato in ibernazione in studio fino ad ora. E’ come dare alla luce un bambino ora che il singolo è uscito. La preparazione dell’album è stata divertente, ma mi piace anche la parte della promozione, radio, tour etc. E’ stancante ma ne vale la pena! Inoltre non mi sento solo. Ho una band che mi affianca e sono tutti fantastici.

Hai fatto ascoltare Sign Of The Times a tua madre?


Si, le è piaciuta! Ho fatto ascoltare l’album alla mia famiglia e il mio patrigno ha confuso la mia voce con quella di un’anatra in una delle canzoni. Ha detto qualcosa tipo “Come avete fatto a portare un’anatra in studio?” così ho risposto “Quale anatra? Quella era la mia voce! Beh, grazie!” A volte gli effetti che vengono usati in studio fanno brutti scherzi.

Sei riuscito a rimanere con i piedi per terra nonostante tutto…

Mi piace separare il lavoro dalla famiglia. Facendo in questo modo è più semplice apprezzare le cose per quelle che sono realmente. Gestire tutto come se fosse un unico insieme può farti perdere il controllo. Ho degli amici incredibili e una famiglia fantastica. Non è difficile rimanere con i piedi per terra quando sei circondato da tanto amore e supporto. Mi sento fortunato.

E’ più semplice gestire la fama a Los Angeles?

Beh dipende. Ho molti amici lì. Ma io amo l’Inghilterra!

Che mi dici dei One Direction?

Ci teniamo in contatto e ci vediamo ogni tanto. Ci stiamo divertendo facendo ciò che amiamo. E’ fantastico!

Raccontaci cos’è successo il giorno del tuo 21esimo compleanno!

“Il giorno del mio 21esimo compleanno Adele mi ha regalato una copia di “21”, il suo album dicendomi “Ho fatto delle cose incredibili quando avevo 21 anni. Buona fortuna!”. La mia espressione è stata un’ottima risposta: un mix di shock, emozione ed entusiasmo.

Qual è l’aspetto più bello durante la preparazione di un album?

Scrivere i testi. Senza alcun dubbio.

Cos’ha ispirato Sign Of The Times?

E’ difficile non farsi influenzare da ciò che hai ascoltato crescendo. Ogni persona reagisce diversamente davanti a diversi stili di musica. Durante la preparazione dell’album ho passato gran parte del tempo con i ragazzi con cui ho scritto i testi e il nostro obiettivo era lavorare su qualcosa che poi ci sarebbe piaciuto ascoltare.

Credo sia stata quella la parte più divertente. Spero di non sembrare strano se ti dico che al momento è l’album che preferisco. Credo sia fondamentale portare avanti ciò che si ama. Se il risultato finale non è quello sperato poi non funziona e te ne penti. Non so che piega prenderà questa nuova direzione, l’importante è che io ami ciò che faccio e che sia sempre orgoglioso di me stesso e del mio lavoro. Fare le modifiche una volta tutto pronto è stato divertente. E’ piacevole pensarci ogni tanto.

Com’è stato lavorare sull’album? Quali sono state le tempistiche?

Ho dovuto fare una pausa durante la preparazione a causa delle riprese del film. Mi sono fermato per cinque mesi per poi ricominciare a Luglio 2016. Ho finito a Dicembre, e ad essere sincero credo sia stata una cosa buona. Lavorare al film è stato bello ma stancante. Durante una scena in mare (che mi ha stravolto) ricordo di aver pensato “Woah, possiamo finire così torno a scrivere?”

Quante canzoni hai scritto?


Credo 70. 50 le abbiamo scritte in Jamaica. Molte di queste però erano solo idee. Direi che le canzoni pronte sono circa 30. Inizialmente mi preoccupavo di come sarebbe stato il prodotto finale, e questo mi ha aiutato ad allontanarmi un po’ e a prendermi una piccola pausa. E’ servito.

Perché la Jamaica?

Avevo bisogno di stare in un posto che non mi distraesse. La concentrazione è fondamentale in questi casi, e la musica doveva avere la precedenza sul resto. Ho passato la maggior parte del tempo a scrivere tra casa e studio. La lontananza dalla quotidianità mi ha aiutato a dedicare tutto me stesso in ciò che amo.

Quali gruppi e stili musicali ti hanno influenzato di più?

Mio padre ascoltava i Fleetwood, i Beatles, i Rolling Stones, i Pink Floyd e i Queen. Mia madre invece preferiva Norah Jones and Savage Garden. Stili diversi ma che hanno formato i miei gusti in questo campo.

Ti spaventa essere un solista con Ed Sheeran sulla scena?

Penso che Ed abbia un talento incredibile! I suoi consigli sono stati utili.

Paul McCartney sa che esisti. Come ti fa sentire questa cosa?

E’ una di quelle cose che richiede tempo per essere assimilata. Non ci siamo incontrati ma ci siamo sentiti al telefono per lavorare insieme all’intervista per Another Man Magazine. Ha una voce meravigliosa!

Che cosa provi quando incontri personaggi di tale rilievo?

Sono delle esperienze che ricordi. Quando ho incontrato Will Smith, per esempio, mi ricordo di aver pensato: “Wow, cool!”

Harry su Chris Martin:

E’ davvero bravo nel consigliare come prendersi cura di se stessi. E’ come se cercasse di assicurarsi che tu stia bene, non so se mi spiego. A volte è molto zen. E’ un uomo incredibile.

Harry su Ronnie Wood:

Sono un grande fan. Amo Ronnie Wood! L’ho incontrato a una cena di compleanno un paio di anni fa e sono andato a un paio di concerti degli Stones. E’ fantastico!

Harry su Ed Sheeran:

E’ una delle persone più talentuose che io conosca.

Harry su Christopher Nolan:

Sono un suo grandissimo fan! E’ stato fantastico poter lavorare con lui e far parte di un progetto così importante. Ho amato poter essere coinvolto.

Pensi che il principe Harry si sia infastidito quando sei entrato in scena? Sai, a cause del nome…

Nah, penso che possa convivere con la cosa.

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