Eravamo stati avvisati! Da tempo giravano rumors sul nuovo sound anni 70 dell’imminente album da solista di Harry Styles, e di certo il risultato non ci ha delusi. Deciso a entrare a far parte della storia del rock britannico, il suo primo passo ha senza dubbio lasciato il segno.
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Sign Of The Times ci ha stregati sin dal primo ascolto: il delicato suono del piano nella intro, la possente impronta della chitarra e la sua voce sospirata rendono tutto l’insieme qualcosa di unico. È meraviglioso quanto tutto questo possa risultarci così familiare.
Durante i quasi 6 minuti di canzone, memorie del rock britannico spuntano fuori come fuochi d’artificio. Si va dagli ultimi anni dei Beatles, a David Bowie, a George Michael, per poi passare da Robbie Williams, Suede and un po’ di Coldplay. Non si tratta di un tributo per alcuno di questi artisti bensì del sound di qualcuno che è cresciuto ascoltando questi titani e che ora vuole farsi avanti e provare ad affiancarli con umiltà e talento. Beh, che dire, un mix con i fiocchi!
Il titolo della canzone è quasi ironico visto gli anni in cui ci troviamo. Siamo in piena era del pop, e ormai (purtroppo) il rock è visto come qualcosa di arcaico. Il grande ritorno di Harry, che ricorda il piano di Elton John e la chitarra di George Harrison ha una personalità forte.
L’Inghilterra può senza alcun dubbio continuare a mantenere alta la bandiera di una terra di autori di indimenticabile e irripetibile grande musica.