Leggi qui il significato dei 16 brani di “Magica Musica”, il nuovo album di Venerus. Ecco le parole che l’artista ha usato per descrivere le canzoni, traccia per traccia.
È uscito il 19 febbraio 2021 l’album di debutto di Venerus, “Magica Musica”, un album in cui si trovano le molte sfaccettature di un artista che, sfuggendo alle etichette di genere, fonde sonorità soul e R&B all’elettronica, per un risultato complessivo che parla il linguaggio del pop in modo del tutto inedito.
Il disco sorprende ad ogni traccia in cui Venerus conduce l’ascoltatore in un viaggio spazio-temporale. Si tratta di un’esplorazione verso mondi magici e atmosfere oniriche, alla scoperta di nuove dimensioni. Ispirato da una grande curiosità nei confronti del Cosmo che da sempre lo anima, Venerus ha desiderato condividere con il suo pubblico un’esperienza unica. Continua a leggere per scoprire il significato delle canzoni.
Tutto sull’album Magica Musica di Venerus
Il significato delle canzoni di Magica Musica
Ecco le parole che Venerus ha usato per descrivere i brani di “Magica Musica”:
- Magica musica
- Venerus
- 2LP
1 – Ogni pensiero vola
È la prima canzone di “Magica Musica” -ma è soprattutto il concetto che suggerisco di tenere a mente prima di intraprendere il viaggio. Ricordo nitidamente quando lessi per la prima volta queste parole sulla bocca del mostro e dentro di me si allinearono gli astri…
2 – Brazil
Brazil è stato uno dei brani con la gestazione più lunga, cosa che normalmente non anticipa buoni risultati. Questa è una delle eccezioni. Cominciata a Milano, e terminata in Marocco ha vissuto quasi tutte le fasi del concepimento del disco popolandosi di contaminazioni, momenti e spazi molto distanti l’uno dall’altro. È una canzone che comincia in camera e finisce nello spazio. Cerca prospettive diverse per osservare piccoli comportamenti.
3 – Fuori, fuori, fuori…
Questa canzone rappresenta un periodo molto preciso della mia vita, in cui i ricordi si confondono l’uno dentro l’altro. Rappresenta il richiamo ammaliante della notte, e di tutto ciò che vi si perde dentro. Ogni suono ricorda le sensazioni morbide e sciolte vissute. La musica la scrissi addirittura nel 2018, ma il testo l’ho scritto in Marocco a Taghazout in un balcone che dava su una spiaggia di pescatori. Nell’arrangiamento non mi sono dato restrizioni.
4 – Appartamento ft Frah Quintale
Era da tempo che volevo collaborare con Frah Quintale. Come ogni collaborazione che amo è nata molto spontaneamente, invitandolo nella mia nuova casa in cui mi ero da poco trasferito. A forza di parlare di case e arredamento ci siamo resi conto che il tema dell’appartamento ci stava in qualche modo a cuore. Per quanto mi riguarda in questa canzone il mio compito è stato quello di vestire lui della musica che amo, e penso di esserci riuscito.
5 – Sei acqua ft Calibro 35
Di questa canzone potrei parlarne e scriverne per giornate intere, per anni forse. È nata dal mio desiderio di fare qualcosa con i Calibro 35 nel mio disco. Nella mia testa avremmo scritto un pezzo funk/disco 120 ppm tutto suonato. Ho prenotato lo studio in Puglia dove ci saremmo trovati entrambi per un concerto. Da quel momento i giorni sono cominciati a passare, senza che questa canzone venisse fuori in alcun modo. Nel frattempo è arrivata l’estate, io sono partito in viaggio in moto, me ne sono successe di ogni. A una settimana dallo studio ancora la canzone non c’era. Male. Un pomeriggio, dopo aver passato 5/6 ore al piano cercando di tirare fuori qualcosa ho mollato il colpo. In quel momento dalla finestra sento le campane della chiesa vicina, e spensieratamente inizio a suonare il piano senza pensare più a niente; fortunatamente mi stavo registrando con il telefono. Quel momento che ho descritto è la registrazione che si sente all’inizio del brano. Da quel momento tutto il resto è successo da solo, fino al testo, che ho scritto in moto andando verso lo studio. Mi son dovuto fermare dal benzinaio a trascriverlo. E poi una giornata magica in studio come ai vecchi tempi: strumenti microfonati, emozione, idee, tramonto, laboratorio. È una delle canzoni più belle che ho scritto ad ora.
6 – Una certa solitudine
Anche questa canzone è cominciata nel 2018, per poi finire l’anno seguente. Si apre sulla voce misteriosa di una ragazza. L’aneddoto è il seguente: una notte ero in studio con Mace e lo chiama un suo amico dicendo che voleva passarlo a trovare e con lui c’era una ragazza. Si sono presentati entrambi in studio in uno stato discutibile e lei in particolar modo era ingestibile. Non sapendo come gestire la cosa le abbiamo cortesemente chiesto di provare a cantare nel microfono per “calmarsi un po’”. In quel momento è successa la magia, e lei ci è davvero entrata. È un brano spensierato, ma in realtà profondo. Ci sono mille suoni, un solo di trombone, registrazioni di upupe e altri uccelli della foresta.
7 – Solo dove vai tu
Lacrime. Lacrime e organo B3 (aggiungo solamente per stima nei loro confronti che l’ho realizzata insieme ad Amanda Lean e not4climbing).
8 – Lucy
Good vibes antem. Mi sono sbizzarrito molto nell’arrangiamento, suonando di tutto e scrivendo una “classica” sezione di fiati. È una canzone in cui mi son divertito a diluire la mia voce con tante altre voci per dare l’idea di un coro; ho pensato sin dall’inizio alla resa live del brano mentre lo scrivevo. Va suonata ad un festival in piena estate.
9 – Eden
Prendi una ballad introspettiva, condensala in 4 accordi scelti bene, lanciala fortissimo nello spazio, chiedi a CROOKERS di fare qualcosa che non ha mai fatto. Questo brano racconta di una versione cosmica di Adamo ed Eva. Se penso a come la suonerò live, mi immagino che a un certo punto, da che sono seduto al piano, con una proiezione la mia anima si staccherà dal mio corpo.
10 – Namaste ft Rkomi
La prima demo di questa canzone risale al periodo di Love Anthem, ha quasi rischiato di finirci dentro, poi è cambiato una volta, poi due, poi tre, e così via…Nel frattempo la mia fascinazione per l’Oriente ha preso piede, e mi divertiva il “Namaste’”come una sorta di saluto simpatico a chi non mi capisce. Nella seconda strofa entro più dentro la mia storia metaforicamente: una sorta di Albatros di Baudelaire rivisitato. Il ritornello è stata l’ultima cosa ad arrivare. Rkomi è stato dolce come sa fare lui. Specialmente adoro come chiude la sua strofa: è il classico momento in cui alzo il volume se la ascolto ubriaco.
11 – CK
Calvin Klein. La spiegazione tecnica di questo titolo non posso darla per motivi di “politically correct”. Quello che intendo comunque sono due stati d’animo: uno più frenetico e ansiogeno, l’altro più diluito e morbido. All’inizio erano proprio due canzoni, poi mi sono accorto di quanto sarebbero state valorizzate diventando una sola. La cosa che amo di più è il suono della matita sul foglio. Questi sono i miei esperimenti, in cui sono intrappolate le mie emozioni più disparate.
12 – Cosmic Interlude
Questa è la registrazione di un mio live tenuto nel primo lockdown al Museo del Novecento. Avevo questo giro di MOOG, e Gabrielli mi ha detto “ In questa chiave e con l’armonica che ho qui con me posso suonare solo il RE… Bene, suono solo quello”. Per quanto fare un concerto senza pubblico non sia il mio ideale di live, in quel momento mi sono molto emozionato, e mi piaceva l’idea di portare un po’ di live nel mio disco. Per quanto riguarda la seconda parte, un giorno sono andato in gita con Enrico a registrare una sua amica arpista, il cui marito teneva in casa delle teche con delle rane tropicali. Era impossibile registrare l’arpa senza che si sentissero pure le rane, ma questo non era assolutamente un problema perché, conoscendomi, se non ci fossero state le avrei aggiunte io.
13 – Lacrima Piccolo mare
Forse l’unico pezzo che ho scritto su un beat, eppure di questo beat mi sono innamorato dalla prima volta che l’ho sentito. Bravo Vanegas. Cominciato a Roma, finito a Milano. Il ritmo di questo brano ti frega: quando parte ti rendi conto che l’avevi intuito sbagliato, o per lo meno per me è stato così. Poi aggiungi Gerva che suona il sax con l’autotune, e un finale progressive con mille strati di MOOG. L’umore è denso, e per quanto le parole siano belle evidentemente stavo prevedendo dei problemi in arrivo.
14 – Buyo ft Gemitaiz
Gaeta, Giugno 2020, arrivato in moto nel mio viaggio matto estivo. Raggiungo Gemitaiz nella casa che aveva affittato per l’estate. Aggiungi momenti di perdizione, pensieri di viaggio, una montagna che abbiamo osservato bruciare di fronte ai nostri occhi. Forse uno dei miei ultimi episodi più rap. La cosa che amo di Gem è la consapevolezza del suono della sua voce, e questo pezzo ne è un buon esempio, oltre al fatto che gli voglio molto bene.
15 – Canzone per un amico
Canzone per Cleopatria.
16 – Luci
Questa l’ultima canzone che ho scritto rientrato dal mio viaggio estivo. Parla di amore, di percepirsi da lontano, di amarsi mentalmente, ma anche fisicamente. Strumenti d’eccezione: la piscina di Salmo, che si sente da 1:41 insieme alla batteria. Mi sono divertito a trattare la batteria e la piscina di Salmo insieme come se ci fosse un batterista che suona sott’acqua. Poi mancava un solo di chitarra nel mio disco. Amo la progressione di accordi dopo il solo, la suono quasi tutti i giorni, è dolce e semplice, come se fosse sempre esistita nella mia vita. Voglio tornare a suonare dal vivo…
- Magica musica
- Venerus
- Audio CD
- CD audio — Audiolibro
- 02/19/2021 (Data di Pubblicazione) - Editore: Sony Music