Il settore musicale è terra di enormi trasformazioni e il 2014 negli Stati Uniti è stato l’anno che ha sancito lo storico sorpasso delle vendite di musica digitale sui CD.
La RIAA (Recording Industry Association of America) ha diffuso i dati di mercato relativi al 2014, che hanno registrato un calo generalizzato nel settore dello 0,5%, dove in particolare la vendita dei CD è calata del 7,1% con 1,85 miliardi di dollari di volume d’affari, anche se il mercato di nicchia dei vinili ha trovato una nuova spinta.
Il download di musica, iTunes in prima linea, ha fatto registrare le entrate maggiori del mercato nell’ultimo decennio e ovviamente anche nel 2014. Nonostante il superamento della quota relativa ai CD, però, complessivamente la fetta di mercato dei servizi di download è calata dell’8,7% con un volume d’affari pari a 2,58 miliardi di dollari.
Le novità più interessanti arrivano ovviamente dal campo della musica in streaming. I dati americani parlano chiaro, la fetta di mercato vale 1,87 miliardi di dollari con una crescita del 29% rispetto all’anno precedente.
Gli attori principali? Spotify e Rhapsody sono i più diffusi, ma il Financial Times include anche i servizi di radio streaming come quello fornito da SiriusXM.
Ma anche qui è necessario fare le dovute specificazioni. Infatti, pubblico preferisce le versioni gratuite e questo si traduce in minori ricavi.
E’ quindi tempo di grandi manovre per etichette musicali e artisti, non a caso Taylor Swift ha eliminato ogni sua canzone da Spotify verso la fine del 2014, in seguito ad una disputa a proposito del servizio gratuito offerto dalla piattaforma.