Se hai un abbonamento a più piattaforme streaming, avrai sicuramente notato che i modelli di distribuzione variano a seconda del servizio: Netflix, per esempio, è nota per rilasciare tutti gli episodi di una serie contemporaneamente, mentre Disney+ e Prime Video optano quasi sempre per l’uscita settimanale. Tu sei più da binge-watching o da una fruizione più dilazionata nel tempo? Nelle prossime righe analizzeremo i pro e i contro dei due modelli di distribuzione.
L’analista Mike Murphy non ha dubbi: i modelli di distribuzione adottati da piattaforme streaming come Disney+ e Prime Video sono più vincenti. Secondo Murphy il rilascio settimanale degli episodi permette di assorbire meglio gli sviluppi della trama e generare un passaparola più costante sui social, grazie all’eventuale sviluppo di teorie, pareri e leak. A riguardo l’analista cita WandaVision, serie rilasciata settimanalmente su Disney+ e che proprio nel periodo della sua uscita ha generato un grandissimo hype.
Ad avvalorare questa tesi c’è anche una ricerca effettuata da The Ringer che ha evidenziato – attraverso i dati raccolti da Parrot Analytics – come nel 2020 sia aumentata del 30% la distribuzione settimanale, rispetto al rilascio di tutti gli episodi in una sola volta. In particolare è una strategia adottata da Apple TV+, Prime Video e HBO Max (e non solo).
La scansione settimanale degli episodi di una serie, apporta indubbiamente un grande vantaggio per le piattaforme (ovviamente qualora il contenuto sia d’interesse per lo spettatore): la garanzia del mantenimento dell’abbonamento, rispetto all’eventuale disdetta dopo averla vista tutta in una volta.
Inoltre le pubblicazioni settimanali permettono una visione più “rilassata”: essendo tante le uscite e le piattaforme, il rilascio diluito nel tempo non rischia di sopraffare gli spettatori.
C’è chi sostiene che la FOMO (ossia la paura di “rimanere esclusi”) sia molto più evidente quando escono tutti gli episodi contemporaneamente perché l’hype è talmente alto che la visione del titolo diventa quasi una necessità (quindi anche stress?). Altri che la FOMO di qualità è legata ad un rilascio graduale, ossia quando l’hype è costante nel tempo (“se ogni settimana sui social parlando di questa serie, significa che merita di essere vista!”).
Perché parliamo di “Fear of missing out”? Perché il passaparola – anche indirettamente – condiziona le nostre scelte, soprattutto quando siamo davanti ad un catalogo infinito di titoli e poi perché generalmente non vogliamo essere tagliati fuori dalla conversazione (o non capirne perché se ne parla così tanto). Questi sono i motivi che spesso ci portano a premere il tasto play.
Se ami guardare le serie TV in streaming potresti far parte dei grandi odiatori dei cliffhanger, ossia degli espedienti narrativi (tipici delle serie e delle soap trasmesse in televisione!) che lasciano la trama sospesa e che fanno sì che un episodio finisca nel momento più bello e coinvolgente di tutta la puntata. Come detto, c’è chi proprio non li ama e apprezza le produzioni che ne fanno un uso limitatissimo. Questo tipo di “trucchetto” è alla base del binge-watching: non possiamo non vedere la puntata successiva… ed ecco che finiamo per spararci tutta la serie!
Questione spoiler: si teme di più quando una serie viene lanciata con tutte le puntate disponibili o quando vengono rilasciate settimanalmente? Anche qui i pareri non sono unanime: nel primo caso “basta” alienarsi dai social giusto il tempo di vedere tutti gli episodi, nel secondo lo slalom tra le soffiate diventa più rischioso e duraturo.
Ma qual è la linea adottata dalle piattaforme streaming? Decisamente ibrida. C’è chi come Netflix ha ormai fatto del rilascio di tutti gli episodi una sorta di marchio di fabbrica, chi invece cambia strategia in base alla serie, all’hype ipotizzato (o a quello reale), alla tipologia.
Cosa ne pensi? Ti invitiamo ad esprimere la tua preferenza attraverso il sondaggio che trovi di seguito:
Loading ...Siamo curiosi di conoscere i risultati!