TikTok ha ripreso a funzionare negli Stati Uniti dopo un breve stop, grazie all’intervento del presidente eletto Donald Trump. La piattaforma ha confermato il ripristino del servizio e ha ringraziato pubblicamente il tycoon per aver intrapreso azioni decisive per garantire il futuro dell’app. La vicenda ha attirato l’attenzione dei media e degli utenti, sollevando interrogativi su sicurezza nazionale, libertà di espressione e rapporti tra USA e Cina.

L’intervento di Trump per salvare TikTok

L’app più amata dai giovani è tornata disponibile poco dopo un messaggio di Trump sulla piattaforma Truth, in cui prometteva un ordine esecutivo per salvaguardare TikTok. Questo sviluppo è avvenuto appena 12 ore dopo il blocco, imposto a causa di una legge approvata dal Congresso e supportata dalla Corte Suprema. Il divieto mirava a vietare TikTok negli Stati Uniti, citando preoccupazioni per la sicurezza nazionale legate alla raccolta dei dati da parte della società cinese ByteDance.

Trump ha annunciato una proroga di 90 giorni per consentire ulteriori negoziati. Tra le opzioni considerate ci sarebbe anche la vendita parziale della piattaforma ad azionisti statunitensi, per mantenere il controllo e garantire la sicurezza dei dati degli utenti americani.

TikTok ringrazia Trump e si impegna per il futuro

In un comunicato ufficiale, TikTok ha dichiarato:

“Ringraziamo il presidente Trump per aver dato le necessarie garanzie ai provider. Siamo impegnati a collaborare con l’amministrazione per trovare una soluzione di lungo termine che mantenga TikTok negli Stati Uniti.”

Il CEO di TikTok, Shou Zi Chew, ha espresso gratitudine verso Trump per il suo impegno a difendere la libertà di espressione, sottolineando l’importanza del Primo Emendamento.

Le motivazioni del blocco e le critiche alla legge

La legge, voluta dall’amministrazione uscente di Joe Biden, prevedeva che ByteDance cedesse la proprietà dell’app entro 270 giorni o cessasse le attività negli USA. Nonostante il ricorso alla Corte Suprema, i giudici hanno confermato la costituzionalità del provvedimento, dando il via libera al divieto il 19 gennaio.

La preoccupazione principale riguarda la possibilità che i dati raccolti da TikTok finiscano nelle mani del governo cinese. Questo timore è stato al centro delle discussioni tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping, che hanno affrontato anche temi legati al commercio e alla sicurezza internazionale.

Reazioni degli utenti e impatto sulla rete

Il blocco temporaneo ha generato una mobilitazione massiccia sui social, con l’hashtag #KeepTikTok che ha registrato milioni di interazioni in poche ore. Gli utenti hanno ironizzato sul divieto con frasi come “Addio spia cinese”, mentre altri hanno manifestato preoccupazione per la possibile perdita di una piattaforma fondamentale per creatori di contenuti, aziende e utenti comuni.

Secondo i dati, la keyword “TikTok” ha raggiunto il picco di menzioni tra le 23 e le 24, con 2,2 milioni di citazioni e 21 milioni di interazioni totali. Questo dimostra quanto il tema sia centrale non solo per gli utenti, ma anche per l’opinione pubblica e i media.

Possibili scenari futuri per TikTok negli USA

Con l’insediamento ufficiale di Trump previsto per il 20 gennaio, il futuro di TikTok appare meno incerto. Tra le soluzioni sul tavolo, oltre alla proroga, si parla di una possibile acquisizione parziale da parte di aziende statunitensi come Oracle o persino Elon Musk.

Mike Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale, ha dichiarato che una proroga sarà possibile solo se ci saranno accordi concreti per la sicurezza dei dati. Trump sembra determinato a trovare un compromesso che soddisfi sia le esigenze di sicurezza che i diritti degli utenti.

Il ritorno di TikTok negli Stati Uniti segna una svolta importante, non solo per la piattaforma, ma anche per il rapporto tra tecnologia e politica internazionale. Mentre si attende l’annuncio ufficiale di Trump, l’impegno per una soluzione condivisa rappresenta un segnale positivo per i 170 milioni di utenti americani di TikTok.

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